Gazzetta di Reggio

Reggio

Reggio Emilia

Pizzaiolo spaccia cocaina nel locale: «Sono in difficoltà economiche»

Serena Arbizzi
Pizzaiolo spaccia cocaina nel locale: «Sono in difficoltà economiche»<br type="_moz" />

La polizia arresta un 60enne trovato con soldi e bilancino: «Ho sbagliato»

13 agosto 2023
3 MINUTI DI LETTURA







Reggio Emilia È stato sorpreso in possesso di cocaina suddivisa in dosi – e poco prima ne aveva ceduto altra a un cliente – e dei soldi dall’attività di spaccio. Questo l’esito della perquisizione effettuata dalla Squadra Mobile della questura nella serata di venerdì, nel locale intestato a un pizzaiolo 60enne.

L’uomo è stato arrestato per detenzione ai fini di spacio perché sono stati ritrovati 65 grammi di cocaina e un bilancino, oltre a 200 euro in contanti. È stato subito chiaro che si era di fronte a un’attività di spaccio.

In seguito alla perquisizione effettuata all’interno del locale, gli agenti si sono diretti anche nell’abitazione del 60enne, a Reggio Emilia. Qui non è stato trovato nulla, tuttavia, riconducibile ad attività legate alle sostanze stupefacenti.

L’esercente è stato arrestato, come detto, nella serata di venerdì ed è stato sottoposto agli arresti domiciliari prima della convalida della misura, ieri mattina, in attesa della decisione del giudice Giovanni Ghini davanti al quale, in tribunale a Reggio Emilia, è stato discusso e ricostruito il caso nelle sue sfaccettature.

Il pubblico ministero ha chiesto l’applicazione della misura cautelare a carico del pizzaiolo. La difesa, invece, rappresentata dall’avvocato Alberto Baroni, si è rimessa a giustizia per quanto riguarda la convalida dell’arresto e ha domandato, inoltre, che l’assistito venisse rimesso immediatamente in libertà, in virtù della lieve entità del quantitativo di sostanze stupefacenti ritrovate nella sua disponibilità. In più il pizzaiolo ha due attività commerciali: la seconda non è coinvolta dallo spaccio di stupefacenti e la prima, quella dove è stata effettuata la perquisizione, è tuttora aperta.

Per questo, la difesa ha richiesto il cumulo dell’obbligo di firma e dell’obbligo di dimora. In subordine, quindi in alternativa, sono stati chiesti i domiciliari con la possibilità di recarsi sull’altro luogo di lavoro, dove non è stata ritrovata sostanza stupefacente.

Il giudice ha acconsentito alla richiesta dell’obbligo di firma e di dimora a carico del sessantenne. L’udienza è stata rinviata a un momento successivo in cui la difesa chiederà di procedere con il patteggiamento o con il rito abbreviato. L’obiettivo è quello di arrivare alla pena sospesa o comunque più bassa possibile.

Il ristoratore ha un precedente, sempre per sostanze stupefacenti, legato a una vicenda che si era protratta dal 2006 al 2009. Vicenda che si inserisce nell’ambito di un’indagine più ampia culminata con il patteggiamento.

Nel corso dell’udienza di ieri mattina, il pizzaiolo ha confessato davanti al giudice che la cocaina sequestrata era sua. «Trovandomi in difficoltà economiche ho deciso di venderne e so di aver sbagliato» ha dichiarato, aggiungendo che quando è stato arrestato aveva appena venduto cinque dosi a un cliente per 200 euro, contanti poi sequestrati.

Durante l’udienza si è anche parlato della convalida del sequestro preventivo della somma di denaro.

La difesa ha puntualizzato che il suo assistito manifesta una riduzione alla capacità lavorativa e si tratta di una persona che non è dedita a questo reato.l