Gazzetta di Reggio

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«In visita a un paziente a domicilio ma la mia auto è stata multata»

Luciano Salsi
«In visita a un paziente a domicilio ma la mia auto è stata multata»

La dottoressa Daniela Matrone aveva esposto sull’auto il tesserino dell’Ordine

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Reggio Emilia Visitare un paziente a casa sua e al ritorno, dopo meno di mezz’ora, trovare i fogli della contravvenzione sul parabrezza.

L’amara sorpresa è capitata a Daniela Matrone, medico di base che martedì, intorno alle 16,30, ha parcheggiato l'automobile in via Carso, nella zona dell'Esselunga, sugli stalli blu, gli unici disponibili, senza pagare la sosta.

Non le è servito esporre bene in vista sul cruscotto il tesserino dell'Ordine dei Medici di Medicina generale.

Un agente della Polizia locale le ha comminato la sanzione, verbalizzando che alle 16,53 aveva constatato la mancata esposizione sull’auto dello scontrino emesso dalla macchinetta.

«Sono molto dispiaciuta - dichiara la dottoressa - in quanto durante l’esercizio della mia professione mi ero recata a monitorare a domicilio un paziente che versa in gravi condizioni. Avevo messo in chiara evidenza il tesserino del mio ordine professionale, ma ho ricevuto ugualmente la contravvenzione. Ci si lamenta spesso che nel nostro Comune manchino i medici di medicina generale e che non vadano nemmeno a domicilio...».

La multa è di 42 euro, che scendono a 29,40, con lo sconto del 30 %, se si paga entro quindici giorni.

«Non è questa cifra - spiega la professionista - che mi indigna. Ho assicurato che pagherò, quando sono andata al Comando della Polizia locale per avere accesso agli atti. È una questione di principio. Ho chiamato il mio Ordine e mi è stato detto che non conoscono precedenti casi di tale comportamento. In genere vige il buon senso. L’agente sarebbe potuto ripassare».

Peraltro il consorzio Tea, che controlla la sosta delle automobili nel territorio comunale, afferma che non sono previste eccezioni al dovere di versare la moneta occorrente, quando si parcheggia sulle strisce blu: «Sono concessi solamente permessi per l’accesso alla Zona a traffico limitato».

Nel caso specifico la dottoressa avrebbe goduto della franchigia di trenta minuti, ma avrebbe dovuto dimostrare l’ora d’arrivo con il tagliandino. Rimane l’umiliazione subita da un medico costretto, come tanti altri, a sobbarcarsi anche il lavoro dei colleghi che mancano.

«Sono impegnata - confessa Daniela Matrone - per sedici ore al giorno. Ho due ambulatori in città con 1700 pazienti, un numero in crescita. Ogni giorno effetto da tre a dieci visite domiciliari».

A Bologna i medici di base e i pediatri hanno diritto ad un titolo di sosta gratuito, quando sono in visita.