Gazzetta di Reggio

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Le indagini

Sequestrato il cellulare del giovane annegato

Gabriele Canovi
Sequestrato il cellulare del giovane annegato

Lutto a Rubiera dopo il dramma consumatosi ai laghi di Campogalliano dopo una festa assieme agli amici

26 agosto 2023
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Rubiera Una foto, un video, un messaggio e le ultime telefonate. Qualcosa. Qualcosa che possa aiutare a ricostruire i contorni della tragedia che è costata la vita a Ben Hayed Mohammad Salah, il 25enne residente a Rubiera annegato giovedì mattina nelle acque dei laghetti Curiel a Campogalliano. Quel “qualcosa” è ciò che gli inquirenti cercano con l’obiettivo di capire le cause della morte del giovane di origini tunisine.

I carabinieri hanno infatti posto sotto sequestro il cellulare del giovane, consci che dietro quello schermo digitale possano esserci elementi utili alle indagini. Quali? Il dispositivo potrebbe contenere, per esempio, immagini dei momenti immediatamente antecedenti alla tragedia, ovvero degli attimi prima che Ben Hayed si tuffasse nelle acque dei laghetti senza più riemergere.

Un copione – quello del telefono da sequestrare – che era stato seguito dalle forze dell’ordine anche due mesi fa, quando il diciottenne Yahya Hkimi scomparì nelle acque del fiume Secchia. Nel telefono, in quel telefono, c’era proprio il video del suo ultimo tuffo, quello fatale.

Immagini o video che, quindi, risulterebbero utili anche in questo caso agli inquirenti, per capire chi era in compagnia del venticinquenne la sera prima, quella della “festa” ai laghetti. Già, perché Ben Hayed si trovava a Campogalliano già dalla sera prima, assieme – secondo quanto ricostruito – a tre amici. Sono stati proprio loro a dare l’allarme, a chiamare i soccorsi e, soprattutto, a vedere per l’ultima volta il ragazzo, prima che annegasse in quelle acque fatali.

La tragedia

Secondo una prima ricostruzione, il 25enne – che fino a qualche tempo fa aveva lavorato in una pasticceria di Castellarano, impiego che aveva lasciato da circa una settimana – è uscito nella notte tra mercoledì e giovedì e, assieme a tre amici, residenti come lui a Rubiera, si è recato ai laghetti Curiel di Campogalliano. Un luogo in cui spesso famiglie e giovani cercano un po’ di refrigerio. Un luogo in cui, però, c’è il divieto di balneazione: lì, in quelle acque, non ci si può immergere. A un certo punto, forse nelle prime ore del mattino – ma saranno i carabinieri a ricostruire la linea temporale degli avvenimenti – il gruppo di amici avrebbe deciso di fare un bagno nello specchio d’acqua. Da lì, a pochi istanti, la tragedia. Il 25enne si è tuffato e non è più riemerso. Ai laghetti sono così arrivati i carabinieri, i mezzi del 118 e i vigili del fuoco con la squadra dei sommozzatori, giunti sul posto con l’elicottero e con la squadra fluviale.

Proprio i vigili del fuoco hanno iniziato a scandagliare il laghetto, mentre i militari dell’Arma procedevano ad ascoltare gli amici della vittima con l’obiettivo di capire la dinamica dell’accaduto. Il corpo del giovane è stato ritrovato poco prima delle 15 dai sommozzatori: si trovava nell’area centrale del lago. Successivamente lo hanno portato a riva, in attesa del medico legale, mentre la Scientifica eseguiva i primi rilievi.

Gli amici e il cellulare

Stando a quando ricostruito dagli inquirenti, i quattro ragazzi hanno trascorso la notte antecedente alla tragedia proprio lì, ai laghetti. Una serata tra amici, una serata di festa con quella tipica euforia che si ha a vent’anni. Non si esclude che i carabinieri decidano di porre sotto sequestro anche i cellulari dei tre amici, sempre con il fine di ricostruire nei minimi particolari cosa ha causato la tragedia.

Quella di Ben Hayed Mohammad Salah è la quarta vita inghiottita dalle acque modenesi negli ultimi tre mesi. Prima di lui Yahya Hkimi, Abdellatif Nadif e Gianluca Cremonini, rispettivamente 18, 42 e 58 anni: sono i nomi delle vittime che dall’acqua sono riemerse solo con i sommozzatori. Il primo, il più giovane, è annegato il 14 giugno nel Secchia, a Marzaglia, gli altri due nel Panaro.

Proprio quella di Yahya, per certi versi, ricorda la tragedia di Ben Hayed: entrambi si trovavano lì, rispettivamente sul Secchia e ai laghetti, assieme ad alcuni amici per una giornata di svago al fresco, ed entrambi sono morti davanti ai loro occhi. Ma non è tutto: anche nelle indagini sulla tragedia del diciottenne, gli inquirenti hanno sequestrato il suo telefono trovando proprio il video del suo ultimo tuffo in acqua. In quel drammatico video si vedono tre tuffi, gli ultimi tre della vita di Yahya. Tre tuffi ripresi in un video dall’amico prima del disperato allarme ai soccorsi e dell’arrivo, a Marzaglia, dei sommozzatori e del 118. Le immagini avevano aiutato anche i vigili del fuoco nella ricerca del corpo: «Grazie a un video amatoriale – aveva raccontato Riccardo Buganè, direttore del comando dei vigili del fuoco di Modena – abbiamo il suo ultimo avvistamento, che è in corrispondenza di un’opera idraulica: è lì che in questi due giorni abbiamo concentrato le ricerche».

Nel caso di Ben Hayed Mohammad Salah, invece, le ricerche sono durate solo un paio di ore: l’allarme era stato dato la mattina e il corpo, senza vita, del giovane è stato individuato verso le 15.l

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