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Il caso

Emergenza tartarughe «Dopo il recupero che fare?»

Elisa Pederzoli
Emergenza tartarughe «Dopo il recupero che fare?»

Il Rifugio Matildico: «Non sappiamo dove metterle»

30 agosto 2023
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San Polo Tra le tante specie di animali che il Rifugio Matildico di San Polo d’Enza soccorre ci sono ormai sempre più spesso le tartarughe. Un bel problema, perché, quando si tratta di specie alloctone, dopo il soccorso resta il dilemma: dove metterle?

A sollevare il caso è Ivano Chiapponi, fondatore del Cras di Caverzana. I volontari nei giorni scorsi hanno effettuato l’ennesimo recupero, a sollecitarli la Stradale di Parma che ha trovato sul territorio di competenza una tartaruga d’acqua con il carapace rotto, forse dopo un investimento.

L’animale ferito doveva essere subito soccorso. Di fronte a questa emergenza, il volontari non si tirano indietro, resta tuttavia l’incognita sulla destinazione successiva una volta guarito l’animale. Perché il compito del Rifugio Matildico, che si occupa di animali selvatici, è il recupero e la rimessa in libertà degli animali. Ma di fronte a una specie alloctona la liberazione non è possibile. «Non sappiamo neanche noi come fare, abbiamo bisogno di avere delle risposte dalla Regione» ammette Chiapponi.

I laghetti artificiali delle nostre città, magari quelli nei parchi pubblici, soffrono questa realtà. Colpa dei cittadini che magari hanno adottato la tartaruga comprata in un negozio e poi quando cresce si accorgono di non sapere, o non volere più, gestirla. La liberano nei nostri laghetti non sapendo però che così commettono non solo un reato, ma compromettono gli equilibri. Sono specie invasive e molto voraci. A farne le spese sono le specie autoctone che popolano i nostri corsi d’acqual

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