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L’estradizione del padre di Saman: “Esempio della credibilità dell’Italia all’estero”

Elisa Pederzoli

	La conferenza stampa in procura a Reggio Emilia
La conferenza stampa in procura a Reggio Emilia

Conferenza stampa in procura con gli investigatori. Ora l’obiettivo è trovare la madre, ancora latitante

01 settembre 2023
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Reggio Emilia Un risultato storico, realizzato in tempi celeri, che prova la credibilità dell’Italia all’estero. E’ la sostanza della conferenza stampa che in procura a Reggio Emilia ha salutato l’arrivo a Ciampio di Shabbar Abbas, padre di Saman, accusato in concorso dell’omicidio della figlia 18enne avvenuto il 1 maggio del 2021. Alla ragazza non è stato perdonato di essersi opposta a un matrimonio forzato. Il processo che vede cinque imputiti alla sbarra davanti alla Corte d’Assise riprenderà l’8 settembre prossimo

La prova che si tratta del risultato di un lavoro di squadra è la presenza accanto al procuratore capo Calogero Gaetano Paci e al comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia, colonnello Andrea Milani, del generale della Gdf Giampiero Ianni direttore dello Scip e responsabile dell’Interpol Italia e del dottor Costantino Scudieri della polizia di Stato, esperto per l’immigrazione del Ministero dell’Interno. Con loro il maggiore Maurizio Pallante, comandate del Nucleo investigativo dei carabinieri di Reggio Emilia: fin dalla prima ora, segue il caso di Saman e venerdì è andato fisicamente in Pakistan a prendere Shabbar Abbas.

"È la prima volta che, nelle relazioni bilaterali di cooperazione giudiziaria internazionale, con il Pakistan, che un soggetto di nazionalità pakistana viene estradato in Italia". Lo ha detto Calogero Gaetano Paci.

"I tempi attraverso i quali si è pervenuto questo risultato sono stati particolarmente celeri e di questo va senz'altro reso merito in primo luogo dello spirito di collaborazione che le autorità pakistane hanno manifestato in questa vicenda, pur in assenza di un trattato bilaterale di cooperazione, ma va anche alle autorità italiane del Ministero della Giustizia, dell'Interno e del servizio di cooperazione, ma anche di quello degli Esteri per quanto riguarda l'ottimo lavoro svolto presso la nostra ambasciata a Islamabad” sono state le parole di Paci.

"L'esito positivo dimostra il fatto che il Pakistan, al di là di ogni altra considerazione, ha guardato alle fonti di prova, che la procura della repubblica di Reggio Emilia ha raccolto e che poi il ministero degli Esteri, attraverso il ministero della Giustizia, ha trasmesso alle autorità pakistane, che sono fonti di prova allo stato solide e tali da legittimare l'estradizione di una persona" ha aggiunto.

Riguardo poi alla logistica del trasferimento, questi i dettagli. "Nel giro di sole 36 ore si è avuta l'autorizzazione del sorvolo e dell'atterraggio del velivolo e tutto il supporto necessario a terra e questo ha consentito all'equipaggio, ai colleghi dell'Aeronautica militare di svolgere il ruolo con efficacia, efficienza e rapidità nei termini visti. Al di là delle vicende politiche, ciò che è stato evidenziato, è l'interesse da parte del Pakistan e dell'Italia ad approfondire e coltivare anche questi rapporti di cooperazione, perché è un rapporto di cooperazione che non solo è assolutamente funzionale ai rapporti bilaterali, ma anche per ulteriori sviluppi investigativi futuri e anche in altri ambiti”. Lo ha detto il generale della Guardia di Finanza Giampiero Ianni, direttore Scip e responsabile Interpol Italia.

"Si è trattato di un'indagine estremamente complessa, con 67 giorni di ricerche sul campo, 80 ettari di terreno battuti da oltre 500 carabinieri; è stata un'indagine con un campo d'azione per la ricerca di fonti di prova enorme e con un'indeterminatezza dovuta al fatto che il corpo della povera Saman è stato trovato solo un anno e mezzo dopo, a ridosso della cattura del padre, in Pakistan". Lo ha dichiarato il colonnello Andrea Milani, comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia.

Shabbar Abbas dopo un passaggio a Rebibbia è stato trasferito in un carcere emiliano. Diverso da quello di Reggio Emilia, dove attualmente sono detenuti gli altri imputati: il fratello Danish Hasnain, i nipoti cugini della vittima Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq.

Resta latitante la madre. Ma sul punto, gli investigatori non mollano. "C'è una procedura estradizionale in corso, che riguarda anche questa ulteriore imputata al processo e l'auspicio che formuliamo è che si pervenga in tempi rapidi anche a chiudere e definire positivamente questa attività". Lo ha detto Calogero Gaetano Paci.