Gazzetta di Reggio

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Il processo

«Passeggiavo da solo con il cane, un uomo ha tentato di rapinarmi»

Ambra Prati
«Passeggiavo da solo con il cane, un uomo ha tentato di rapinarmi»

Il racconto: «Erano in due e appartati, sono stato aggredito nel parco del Campovolo a Reggio Emilia»

01 settembre 2023
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Reggio Emilia «Stavo portando a spasso il cane nel parco del Campovolo, quando ho visto due uomini appartati intrattenersi in rapporti intimi. Uno di loro mi ha aggredito e ha tentato di rapinarmi». Questo il racconto in aula di un reggiano di 45 anni. Per quell’episodio, accaduto nel 2016, è finito alla sbarra un crotonese di 42 anni, residente in provincia, che deve rispondere dei reati di tentata rapina e lesioni personali.

Secondo il capo d’imputazione i fatti risalgono al 20 luglio 2016. Nella sera d’estate il reggiano è stato aggredito da uno sconosciuto che «compiva atti idonei e diretti, in modo non equivoco, a impossessarsi del borsello» del passante 45enne, «evento che non si verificava per la reazione della parte offesa». Nel tentativo di rapina l’aggressore ha afferrato il reggiano per il polso sinistro strattonandolo e provocandogli un trauma giudicato guaribile in cinque giorni di prognosi», come è stato accertato dai carabinieri della stazione di Santa Croce che hanno svolto le indagini. Il fascicolo era del pm Iacopo Berardi, che ritenendo di avere sufficienti elementi in mano ha ottenuto il rinvio a giudizio di un 42enne, che nega con forza gli addebiti.

Davanti al giudice monocratico Michela Caputo si sono svolte diverse udienze del processo. Nell’ultima seduta ha deposto il 45enne, costituitosi parte civile tramite l’avvocato Claudio Vincetti. La parte civile ha dichiarato che quella sera, mentre era intento a una passeggiata solitaria nell’area verde con il suo cane, ha visto due uomini appartati intrattenersi in rapporti sessuali. Uno dei due sconosciuti lo ha fermato cercando di impossessarsi del suo borsello; ma il 45enne, colto di sorpresa, ha avuto la prontezza di opporre resistenza, ha trattenuto il borsello e ha urlato e il malvivente ha desistito, fuggendo a mani vuote. La parte civile ha aggiunto che, prima di scappare, il rapinatore gli avrebbe anche rigato la macchina; un particolare nuovo, che non figura negli atti. Durante il controesame condotto dall’avvocato Raffaella Pellini, che difende l’imputato, quest’ultima ha posto numerose domande al 45enne, cercando di metterlo in difficoltà e sottolineando che troppi aspetti (ad esempio se lo sconosciuto fosse armato e come avrebbe fatto a danneggiare l’auto mentre era in fuga) suonano come anomalie.

Da notare che non risultano testimoni sull’accaduto: l’altro uomo “segreto” non è mai stato identificato, perciò si tratta della parola dell’uno contro quella dell’altro. L’intero procedimento si basa sulle dichiarazioni della parte civile, che ha presentato una richiesta risarcitoria per chiudere la vicenda; richiesta non accolta dalla controparte.

L’imputato – che non ha ancora deposto, lo farà nella prossima udienza autunnale – nega con forza gli addebiti: a suo dire non avrebbe avuto alcun motivo per aggredire il 45enne, che non conosce e che non ha mai visto.

Eppure, durante l’indagine, proprio l’imputato è stato identificato dal passante tramite un riconoscimento fotografico.

Il processo si avvia alla conclusione. Nella prossima seduta sarà sentito il carabiniere che ha curato il riconoscimento fotografico e la parola passerà all’imputato, che racconterà la sua versione dell’accaduto su questa tentata rapina dal sapore piccante. l