Gazzetta di Reggio

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L’omicidio di Novellara

Shabbar replica al fratello Danish: «Le accuse? Sono assolute falsità»

Jacopo Della Porta
Shabbar replica al fratello Danish: «Le accuse? Sono assolute falsità»

Il padre di Saman si difende, ma non punta il dito contro il familiare

06 settembre 2023
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NOVELLARA «Sono assolute falsità». Shabbar Abbas ha risposto così, «con stupore e incredulità», alle accuse che il fratello Danish gli ha rivolto, indicandolo come la persona che ha pianificato l’uccisione di Saman. «Non potrò più tornare in Pakistan perché gli uomini di Shabbar mi farebbero ammazzare come ha fatto con sua figlia», aveva detto Danish il 16 novembre scorso ai poliziotti della Penitenziaria di Reggio Emilia quando decise di far ritrovare il cadavere della diciottenne nel casolare di strada Reatino 36.

Consegna del silenzio

Shabbar, però, sembra tendere la mano al parente, allontanando quello che sembrava uno scenario probabile, cioè uno scontro fratricida in aula fin dalla prossima udienza di venerdì.

Il padre della diciottenne, infatti, non punta il dito contro Danish, rimanendo fedele a quella consegna del silenzio che ha mantenuto fin dal maggio 2021 e alla quale ha anche richiamato gli altri familiari, come emerso in alcune telefonate intercettate nei mesi scorsi.

Ieri mattina gli avvocati Simone Servillo ed Enrico Della Capanna sono entrati per il secondo giorno consecutivo nel carcere di Modena per incontrare il padre di Saman. «Abbiamo dedicato questo incontro di tre ore a leggergli tutte le dichiarazioni del fratello Danish e del figlio. Non le conosceva e dunque per lui si tratta di documenti nuovi», spiegano i difensori.

L’uomo, estradato il 31 agosto dal Pakistan, è frastornato e provato. Messo al corrente delle dichiarazioni del fratello, ha avuto un moto di reazione, «ma non lo ha accusato» precisano i difensori.

La notte del delitto

Le famose immagini della videosorveglianza dell’azienda Bartoli di via Novellara mostrano Shabbar e la moglie Nazia uscire di casa con Saman poco dopo la mezzanotte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021.

Secondo il fratello della ragazza in quel vialetto, tra le serre, c’era Danish Hasnain, che sarebbe a suo dire l’esecutore materiale del delitto. «Ma Shabbar nega di averlo visto e tanto più di avergli consegnato la figlia».

Anche se, ovviamente, il fatto che lo zio abbia fatto ritrovare il cadavere della ragazza «è un fatto significativo», sottolineano i legali di Shabbar (tradotto, «lui ne sa di più del nostro assistito»).

Cosa è successo quella notte? Dove stavano andando i coniugi Abbas e la figlia, tra l’altro nel mezzo di un coprifuoco notturno causa pandemia? «Al momento non possiamo rivelare il contenuto di queste dichiarazioni», spiegano i legali. Se ne parlerà in aula, perché quella è ovviamente la domanda alla quale l’imputato dovrà rispondere se si farà esaminare oppure se renderà dichiarazioni spontanee. Un argomento che i suoi legali non potranno eludere nel corso del processo e dell’arringa difensiva.

Un puzzle da ricostruire

Quello che si delinea è una nuova versione sulla notte del primo maggio 2021, un altro frammento che non combacia con gli altri.

Il primo a rompere il muro dell’omertà è stato il fratello di Saman. Il giovane, ora diciottenne, fin da subito ha detto che la sorella era stata uccisa e ha addossato la responsabilità allo zio. Quest’ultimo, dopo mesi in carcere, ha fatto ritrovare il cadavere ma ha sostenuto di essere stato chiamato dai cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq a delitto avvenuto: gli sarebbe stato detto che a uccidere la giovane è stata la mamma Nazia, che è latitante. «Circostanza impossibile – dicono i legali Della Capanna e Servillo – visto che nel video della notte del primo maggio Nazia ritorna a casa dopo 58 secondi e per arrivare alla serra numero 5 (dove Danish dice di essersi imbattuto nel cadavere di Saman,ndr) ce ne vogliono 36 ad andare e altrettanti a tornare».

Nelle sue dichiarazioni spontanee Danish ha detto di non avere rancore nei confronti del nipote che lo accusa e ha avuto parole affettuose nei suoi confronti. Gesto di amore genuino o strategia in vista della imminente deposizione in aula del ragazzo?

La ricostruzione di Shabbar su quella notte, per quanto non sia ancora nota, si annuncia ancora diversa rispetto a quella del fratello e del figlio.

I cugini, difesi dagli avvocati Mariagrazia Petrella e Luigi Scarcella, per ora tacciono e probabilmente continueranno a farlo.

In questa selva di dichiarazioni contrastanti la verità si scorge a malapena e il compito di chi dovrà comporre tutti gli elementi fin qui emersi in un quadro coerente appare tutt’altro che semplice. l