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Taglio del nastro per la Giarèda:  «Una festa della comunità»

Nicolò Valli
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Il sindaco: «Una sagra che racconta il senso di appartenenza»

07 settembre 2023
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Reggio Emilia La parola chiave della 44esima edizione della Giareda è “comunità”. Una commistione tra laico e religioso, tra sacro e profano e tra tradizione e innovazione, per quella che è a tutti gli effetti la festa di fine estate dei reggiani.

Una festa che durerà sino a domenica per la felicità, tra gli altri, dei commercianti del centro storico sul piede di guerra nelle ultime settimane a causa di alcuni provvedimenti introdotti per ridurre il traffico – su tutti, la Ztl – e da loro giudicati penalizzanti.

Ieri pomeriggio in corso Garibaldi ha preso ufficialmente il via la manifestazione dedicata alla Madonna della Ghiara. «Come ogni anno la Giareda si rinnova – è stata l’introduzione del sindaco di Reggio, Luca Vecchi – ed è sempre una grande festa, caratterizzata da momenti culturali e da tante iniziative. Il programma, quest’anno, è forse ancora più ricco rispetto al passato. Questa festa trasmette un forte senso di comunità, che è poi la primordiale forma di organizzazione tra le persone. Si tratta di un grande appuntamento di appartenenza». Poi Vecchi ha fatto riferimento alla collocazione geografica della Giareda: «Recentemente sia piazza Gioberti che piazza Roversi sono state oggetto di opere di riqualificazione urbana, così come via Guasco. La chiave sta proprio nella capacità di dialogo tra la tradizione che questa manifestazione si porta dietro e il cambiamento che stiamo attraversando».

Il presidente della Provincia Giorgio Zanni ha invece allargato simbolicamente i confini: «Una volta da queste parti transitava il fiume Crostolo, poi spostato più in là, e proprio da lì deriva il nome che rimanda alla ghiaia. La Giareda da sempre è un ponte tra laicità e religiosità, ma è anche una festa dell’intera provincia, che può così mettere in mostra le sue eccellenze sia enogastronomiche che culturali, come gli sbandieratori e la Pro Loco».

Sul palco c’erano anche il prefetto Maria Rita Cocciufa e l’assessore alla valorizzazione del centro storico Mariafrancesca Sidoli. È poi toccato al vescovo Giacomo Morandi, alla sua seconda Giareda da quando è a Reggio, prendere la parola prima della benedizione. «Oggi – ha precisato – abbiamo bisogno di investire sull’ambito delle relazioni, oltre ad avere necessità di un supplemento di creatività. Questa festa mette insieme le persone e le prospettive che possono lavorare insieme per formare una comunità di relazioni».

Dopo il taglio del nastro, i presenti hanno fatto il loro ingresso in Basilica per la mostra degli altari fioriti in collaborazione con alcune unità pastorali del tessuto cittadino: un abbellimento che arricchisce una chiesa già di per sé mozzafiato. l

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