Gazzetta di Reggio

Reggio

«Notte di paura per amici e parenti che vivono nelle zone terremotate»

«Notte di paura per amici e parenti che vivono nelle zone terremotate»

Sono circa 7.400 i marocchini che risiedono nella nostra provincia

10 settembre 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia Paura per parenti e familiari, con i quali sono stati in contatto sin dai primi minuti della tragedia. È stata una notte di apprensione per la comunità marocchina che vive a Reggio, che con i suoi 7.400 residenti è la più numerosa fra le comunità straniere della nostra provincia, inserita in un tessuto economico-sociale in cui esprime anche 749 aziende. Una comunità che ha dato vita a un ampio tessuto associazionistico, con l’obiettivo di tenere saldo quel legame fra Reggio e la terra d’origine, martoriata dal terribile sisma che ha provocato morti e danni. La maggior parte dei marocchini che vive a Reggio proviene da Casablanca, distante dalle zone terremotate. Ma non mancano marocchini provenienti dalla zona di Agadir e di Marrakech, molto più vicine all’epicentro e profondamente colpite dalle terribili scosse.

«La situazione è critica», commenta Wissam El Aissaoui, 24enne di Guastalla, nato e cresciuto nella nostra provincia. Studente universitario e lavoratore, è vicepresidente nazionale dei Giovani Italo-Marocchini. Nella zona di Agadir, dove torna praticamente tutte le estati, vivono ancora le sue due nonne e diversi zii e cugini: «Mi sono accertato subito delle loro condizioni, chiamando i miei familiari fin dalle prime ore della notte. Fortunatamente sono tutti sani e salvi, ma la paura è stata forte. È stato il terremoto più potente degli ultimi cent’anni», rimarca.

Insieme ai Giovani Italo-Marocchini, El Aissaoui ha organizzato una raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme, #GimforMorocco UNITI PER IL MAROCCO, per aiutare il suo Paese d’origine, con il quale è in contatto anche attraverso una rete associazionistica del posto e le autorità locali.  «Consegneremo quanto raccolto alla Croce Rossa e alla Protezione civile marocchina, attive sui luoghi dell’emergenza. Spero che tanti reggiani ci diano una mano».  


«I miei parenti grazie a Dio stanno bene, ma la situazione è tragica soprattutto verso la montagna: nelle zone rurali e in quelle più povere è crollato tutto», racconta Mona Ait Ihiya, infermiera all’ospedale di Guastalla. I suoi parenti, zii e cugini, vivono sia nella zona di Agadir che vicino a Marrakech. «Si sono spaventati molto, hanno trascorso la notte fuori casa. Quando la mattina abbiamo provato a chiamarli, e non rispondevano, abbiamo pensato al peggio. Poi fortunatamente hanno risposto. Ma lo spavento è stato grande».

Mustapha Lamssatah vive dal 2006 a Boretto. E in Marocco, oltre ad altri parenti, c’è anche suo fratello, partito sabato per trascorrere qualche giorno di vacanza a Essaouira, nella casa dei nonni. Le scosse si sono sentite anche lì: «Ci sono molti danni – racconta –. Mio fratello mi ha subito avvertito della scossa. Sono in contatto con lui e con tutti gli altri parenti. Hanno avvertito questa scossa fortissima, le persone non capivano cosa stesse succedendo, erano paralizzate. Poi hanno capito che era un terremoto. La gente ha dormito fuori casa».

«Abbiamo visto in televisione quello che è successo, noi siamo di Casablanca – spiega invece Said Frouh (Associazione Atlas Sportiva, Culturale e Ricreativa) –. La terra ha tremato, ma non come a Marrakech. Come associazione abbiamo fatto le nostre condoglianze al governo marocchino».

Una notte di paura è anche quella trascorsa da Mohamed Chaabi (Associazione culturale marocchina a Reggio Emilia): «La mia famiglia (mia moglie Souad e mio figlio Omar) sono a Casablanca, mia nipote abita a Marrakech. Hanno paura perché le scosse proseguono. Mi dispiace per il popolo marocchino». l

© RIPRODUZIONE RISERVATA