Gazzetta di Reggio

Reggio

Evaristo Sparvieri

Il sindaco Vecchi: “Dai maxi eventi indotto da 50 milioni”

Il sindaco Vecchi: “Dai maxi eventi indotto da 50 milioni”

Il bilancio dopo il concerto dei Pinguini Tattici Nucleari: “Le sorprese non sono finite”

11 settembre 2023
6 MINUTI DI LETTURA






Reggio Emilia «Non tarderà molto che avremo sorprese». Dopo il tripudio degli 80mila fan dei Pinguini, il sindaco Luca Vecchi si gode l’ennesimo successo della Rcf Arena, diventata una delle principali location della musica nazionale e internazionale.
Sindaco, come giudica il primo anno a pieno regime dell’Arena? C’è chi sostiene che si potesse fare di più…
«Il 2022 è stato l’anno dell’inaugurazione. Il 2023, invece, quello della consacrazione, nazionale e internazionale. Il 2024 sarà un anno di ulteriore clamorosa crescita. Non ho dubbi. Francamente, un certo dibattito, del tipo “ci volevano più concerti” non è all’altezza di ciò che è accaduto in Rcf Arena in questi mesi. Abbiamo bisogno di operare un primo bilancio con serietà di quanto è accaduto negli ultimi 14 mesi intorno alla vicenda Arena: 7 concerti, oltre 500mila presenze, almeno l’80% provenienti da fuori regione, 20mila stranieri. Milioni di euro di indotto economico dopo ogni concerto, che si potrebbe stimare complessivamente almeno attorno ai 50 milioni. Siamo difronte, al di là dei gusti musicali di ciascuno, a un’infrastruttura al servizio dell’attrattività territoriale di cui la città non ha mai avuto disponibilità nella sua storia. Va colto questo significato: ha in sé un potenziale enorme per il futuro di Reggio. Arrivarci non è stato semplice perché l’Arena non andava solo progettata e realizzata, ma andava lanciata dimostrando un grado di affidabilità tecnologica, logistica, organizzativa assolutamente non scontata. Ci sono imperfezioni, anche parziali disagi, bisogna cercare di migliorare ogni volta. Ma Reggio con l’Arena è entrata in una fase nuova della propria storia e il futuro lo dimostrerà. Nessun’altra infrastruttura, in un lasso di tempo così breve, ha impattato positivamente su attrattività e riconoscibilità nazionale e internazionale della città. E il cambiamento che quest’opera ha generato ha dovuto fare i conti con opposizioni e scetticismi iniziali. Ora rappresenta un bene di tutta la comunità. Va sostenuta e sfruttata per migliorare la città, la sua economia e le opportunità dei cittadini».
Si può ritenere l’Arena il progetto più rappresentativo dei suoi due mandati?
«Rcf Arena è uno dei progetti più rappresentativi dei miei dieci anni da sindaco. Ma, soprattutto, è una delle cose più rilevanti che la città abbia mai realizzato. Perché non è un episodio. È un’infrastruttura stabile per la musica dal vivo. Ha caratteristiche uniche in Europa. Sono gli artisti a dire queste cose. Se così non fosse ci avrebbero già salutato. Invece adesso voglio venire tutti. Noi ci abbiamo creduto fin dal 2014, e sapevamo che l’esito era tutt’altro che scontato. I privati che vi hanno investito hanno fatto una cosa enorme. Va dato loro atto. Tutte le istituzioni e gli apparati dello Stato sono stati chiamati a una prova enorme. Centinaia di volontari sono andati in campo in ogni concerto. È una storia bellissima di collaborazione pubblico-privato, ma soprattutto una scommessa collettiva vinta dalla città. Perché di un’Arena stabile per la musica al Campovolo si parlava dagli anni ‘80. Reggio evocava un sogno. Lo ha realizzato grazie alla sua caparbietà. Ora, anno dopo anno, bisogna crescere ancora. E aggiungo: è un simbolo di una città contemporanea che guarda al futuro. Dieci anni fa avevamo da poco inaugurato la stazione Av, l’Università era più marginale, lo stadio era in un fallimento, la tangenziale nord un sogno, le Reggiane un’area dismessa, non c’era il Core, il Campovolo era il luogo della festa de l’Unità e ogni tanto di qualche grande concerto. L’Arena è dunque uno dei simboli della trasformazione e della crescita di complessità urbana che la città ha avuto negli ultimi dieci anni. Queste opere sono la realizzazione di una visione unica, di una città sostenibile, inclusiva delle diversità e povertà emergenti, attrattiva di talenti e competenze. Una città che non si accontenta delle proprie eccellenze e si mette in gioco ogni giorno in maniera innovativa e collaborativa».
Qual è il concerto che l’ha emozionata di più?
«Guardi, le dico una cosa che come sindaco va oltre il valore di ogni singolo concerto. La musica ha una sua magia. Genera emozioni che rendono felici le persone. È bello pensare di aver realizzato un’opera che restituisce emozione e felicità a migliaia di giovani e famiglie. Il giorno del concerto, nei giorni successivi, respiri a Reggio questo sentimento. Non è una cosa effimera, è qualcosa che incide sull’orgoglio collettivo, sul senso di appartenenza a una comunità, sulla consapevolezza della crescita del valore della città. Poi quando a giugno Zucchero è uscito e ha attaccato Partigiano Reggiano a molti è passato per il corpo un brivido indimenticabile. L’Arena è un distributore di gioia e buon umore, genera un’evidente affinità tra i visitatori e la città».
Resta il nodo traffico. Crede si possa migliorare?
«Per la verità ieri il deflusso è stato buono. Alle 3 tutto era correttamente incanalato. I problemi principali sono stati all’afflusso. È così in tutti i concerti italiani. A due ore dal concerto erano arrivate solo 30mila persone. Se tutti arrivano all’ultimo minuto è inevitabile un po’ di disagio. Ma anche qui mi permetta di andare oltre. Bisognerà migliorare ogni volta sul traffico, ma la sfida vera è favorire la piena integrazione del valore di Rcf Arena nel sistema culturale della città, nella promozione territoriale, nella strategia di attrattività. Reggio la scorsa settimana ha fatto 15mila persone al festival di Emergency, questa settimana tra le altre cose abbiamo il più importante festival italiano di circo contemporaneo, il Dinamico Festival ai giardini, nelle prossime settimane partirà la mostra dei Cccp. Sono solo alcune delle tante cose che accadono in città. Se invece di guardare a questi fatti come episodi isolati li uniamo dentro la stessa trama ne esce l’identità dinamica e innovativa della città contemporanea. Tutto si tiene. Cultura, conoscenza e un’idea di città innovativa ed europea. Non è sempre stato così. Siamo sulla giusta strada».
Perché secondo lei ci sono ancora detrattori che faticano a “digerire” il progetto?
«Perché ogni scelta, ogni innovazione porta con sé una discussione. È legittimo che qualcuno non condivida. Ma francamente siamo difronte a un fatto residuale. Ieri 13mila reggiani su 80mila presenti erano convintamente e orgogliosamente nell’Arena per il concerto. Lei ricorderà cosa si diceva della stazione. Sarà “una cattedrale nel deserto” poi abbiamo visto come è andata. C’è sempre chi scommette sul fallimento della propria città. C’è sempre chi fatica a riconoscere il valore del cambiamento, della novità e tende a difendere lo stato delle cose. Il dissenso politico non dovrebbe smarrire il riconoscimento di un bene comune e di un senso di appartenenza collettiva che va oltre. L’Arena ha questa forza. Anno dopo anno lo dimostrerà e Reggio nel suo insieme ne beneficerà. Accade sempre nelle grandi innovazioni. C’è sempre qualcuno che non ti vede arrivare...»
Il suo secondo mandato si avvicina alla scadenza. Crede ci sia spazio per un nuovo evento? Che star le piacerebbe vedere sul palco di Reggio?
«Il tema non sono i miei gusti musicali. La priorità è che questo potenziale continui a sprigionare opportunità per la città. Questo è il mio compito. Quando accadono fatti di questa portata, Reggio accresce il proprio prestigio nazionale e internazionale. Qualcuno comincia a dire “capitale della musica”. È presto per dirlo ma abbiamo fatto un’operazione fuori scala nella storia della città. Occorre che tutti in futuro siano all’altezza. Sulla ricettività e sulla proposta turistica mi auguro che anche i privati lavorino e investano. Se una piccola parte del pubblico dei concerti allunga la permanenza a Reggio, l’indotto economico è altissimo. E comunque non tarderà molto che avremo sorprese e Rcf Arena comincerà a far discutere del proprio futuro».  l
© RIPRODUZIONE RISERVATA