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Ius Soli sportivo ed esordienti ritirati «Scelta assurda: la Figc ci ripensi»

Ius Soli sportivo ed esordienti ritirati «Scelta assurda: la Figc ci ripensi»

Politica e associazioni si schierano a favore di Progetto Aurora

01 ottobre 2023
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Reggio Emilia «Assurda scelta della Figc di aggravare lo ius soli sportivo per i minori. Così si attua una pesante discriminazione».

La nuova normativa della Figc che richiede una nuova documentazione particolare per i ragazzi extracomunitari dai 10 anni in su, non smette di suscitare polemica. Il caso è stato sollevato dal club reggiano Progetto Aurora ed è approdato in Parlamento con un’interrogazione. Interviene duramente al riguardo la Cisl Emilia Centrale.

«Ancora una volta assistiamo ad applicazioni di norme surreali peraltro comunicate a dieci giorni dall’avvio del campionato – afferma Domenico Chiatto, segretario generale aggiunto della Cisl Emilia Centrale con delega alle politiche per l’immigrazione –. Per di più questo avviene in un ambito sportivo ludico dove, almeno nel gioco, i bambini mai dovrebbero sentirsi discriminati per origine della propria famiglia. Come Cisl riteniamo assurda la scelta della Figc e rivendichiamo il diritto di ottenere almeno lo ius soli sportivo per i minori. In un mondo sempre più multiculturale questo è un passo cruciale verso la promozione dell’uguaglianza e dell’integrazione sociale».

«Il riconoscimento dello ius soli dovrebbe valere per tutti i bambini che sono in Italia e figli di genitori extraUe, indipendentemente dalla pratica sportiva, ora così penalizzata – aggiungono Thambinaghajam Joseph, presidente Anolf Reggio Emilia (Associazione nazionale oltre le frontiere) e Sadid Aziz , responsabile area nord Cisl Emilia Centrale –. Parliamo di bambini e ragazzi che, sebbene non siano nati da genitori italiani, sono parte integrante della nostra comunità. Concedere loro la cittadinanza italiana è un riconoscimento dell’identità che hanno sviluppato in questo Paese, e contribuisce a rompere barriere e a promuovere la coesione sociale».

Anche Città Migrante supporta Progetto Aurora e i suoi ragazzi: «Rimaniamo sconvolti, delusi e demoralizzati da questa imbarazzante e meschina richiesta imposta dalla Federazione Italiana Calcio che prevede che i ragazzi per giocare a calcio debbano presentare diversi documenti perché per lo Stato non sono italiani. Così la Figc alza le barriere e crea discriminazioni. Lo sport è nato per unire e far gioco di squadra. Così si infrangono i sogni di tanti bambini e ragazzi, a cui interessa giocare, divertirsi e stare insieme e non sottostare ad una burocrazia cieca, rigida e discriminatoria. Chiediamo alla Fgci di ritirare questa normativa».

Anche il consigliere comunale Federico Amico stronca la richiesta della Figc: «Quando si tratta dei diritti di bambine e bambini, questa pessima destra riesce a diventare persino grottesca nel dimostrare il suo disprezzo per le persone. Con l’abrogazione dello Ius soli sportivo, che consentiva ai ragazzini di fare sport anche senza la cittadinanza italiana, il progetto Aurora di Santa Croce ha dovuto ritirare la squadra di calcio dal campionato. Così la stupidità del governo nazionale raggiunge il proprio apice: si nega al nostro sport di poter crescere e popolarsi di nuovi talenti e si marcano assurde distinzioni già tra gli under 10».

Da Reggio Emilia in comune si dicono “esterrefatti”: «Non bastavano la mole di spese e burocrazia per organizzare lo sport dilettantistico, ci mancava pure la stretta della federazione sulla documentazione da produrre per iscrivere un bambino figlio di stranieri. Lo sport popolare nasce come funzione sociale per dare a tutte e tutti, indipendentemente dalla provenienza e dal censo, la possibilità di praticare una disciplina insieme ai propri coetanei in un contesto di vita sana». Rec sollecita l’intervento delle istituzioni appellandosi all’assessora Raffaella Curioni «di attivarsi per colmare questa palese ingiustizia nei confronti dei bambini esclusi, indagando quante società del territorio hanno avuto problemi simili». l

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