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«Le liste per l’esame sono chiuse ma pagando posso farlo domani»

«Le liste per l’esame sono chiuse ma pagando posso farlo domani»

La rabbia di una pensionata che deve prenotare una risonanza magnetica

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i Giuseppe Galli

Reggio Emilia Due settimane fa ha provato a prenotare una risonanza magnetica al rachide cervicale, prescrittale dal medico di base perché da qualche tempo soffre di vertigini e giramenti di testa. Ma la farmacista le ha detto che il calendario della casa di cura Villa Verde era chiuso.

Così Ileana Farina, 72 anni, ex infermiera dell’ospedale di Guastalla ora in pensione, si è ripresentata fiduciosa in farmacia nella giornata di ieri, sperando di riuscire finalmente ad avere l’appuntamento per l’esame. La risposta, però, è stata la stessa e lei questa volta non si è voluta arrendere.

«Tornata a casa – racconta la donna, che vive a Gualtieri – ho voluto chiamare io stessa Villa Verde . Mi ha risposto una signora gentile, che mi ha confermato che il calendario era chiuso. Così ho deciso di chiederle se ci fosse posto per effettuare l’esame a pagamento e mi ha proposto un appuntamento per lunedì 2 ottobre (domani, ndr) nella sede di Reggio, al costo di 170 euro. Questo è uno scandalo, ho commentato io, una vergogna aggiungo ora», commenta l’ex infermiera, che non nasconde la sua rabbia .

«L’impiegata di Villa Verde, senza alcun imbarazzo, – prosegue Ileana Farina – mi ha spiegato che non dipende da loro ma dal Servizio sanitario nazionale, ma questo non mi consola di certo e le ho risposto che avrei telefonato alla Gazzetta per raccontare tutto ciò».

Alla fine, però, la pensionata ha accettato di effettuare la risonanza magnetica a pagamento: «E che dovevo fare? – chiede – Le ho chiesto però, visto che abito a Gualtieri, di andare alla nuova sede di Villa Verde, a Novellara. Anche lì l’appuntamento era quasi immediato, mercoledì 4 ottobre alle 18, nella sede di via Falcone 5, e l’ho preso. Ma stia sicuro che quel giorno dirò loro tutto quello che penso del Servizio sanitario nazionale e di questi calendari sempre chiusi».

Lei, che per 35 anni ha lavorato come infermiera all’ospedale di Guastalla, che idea si è fatta di questa vicenda? «Purtroppo so che è un problema generalizzato , un modo poco corretto di gestire la Sanità pubblica, visto che tasse che abbiamo pagato e che continuamo a pagare anche da pensionati. Ma, quando aspetti di poter effettuare una visita o un esame, alla fine accetti anche di andare a pagamento, nella speranza di poter capire, prima ancora che risolvere il problema. Non vedo l’ora, comunque, di mettere una pietra sopra a tutta questa vicenda». l