Gazzetta di Reggio

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Il caso

«Solo cracker e biscotti da otto giorni: ridatemi il mio appartamento»

Gabriele Canovi
«Solo cracker e biscotti da otto giorni: ridatemi il mio appartamento»

Castellarano, gli inquilini non pagano, la proprietaria fa lo sciopero della fame

06 ottobre 2023
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Castellarano Negli ultimi otto giorni ha mangiato solo due crackers, una patata lessa, una carota e un biscotto. «Prendo gli integratori per avere le energie, io non voglio morire ma vincere questa battaglia in maniera pacifica e riavere la mia casa».

Uno sciopero della fame in piena regola, l’ultimo disperato tentativo della sassolese Monica Ternelli per mettere la parola “fine” su una vicenda che va avanti da più di dieci anni.

«Sì – racconta la 58enne di Sassuolo – ho smesso di mangiare fino a quando non mi restituiscono il mio appartamento di Castellerano. Dodici anni fa l’ho dato in affitto a una famiglia ghanese che nel corso degli anni mi ha fatto vivere un vero inferno: ora è distrutto, i mobili sono da buttare e il bagno da rifare, ma soprattutto il contratto d’affitto è scaduto 15 mesi fa». In questo anno abbondante, nonostante i tentativi, nessuno è riuscito a convincere la famiglia a lasciare l’appartamento. «C’è un’ingiunzione di 8mila euro – continua – oltre una decina di mensilità arretrate: avranno un debito nei miei confronti di circa 14mila euro, soldi che ovviamente non vedrò mai. In questi mesi mi hanno dato 5mila euro per alcune mensilità e sono disposta a “scontare” questa somma dall’ingiunzione, ma parliamo comunque di cifre importanti». Monica ha chiesto aiuto a tutti – dagli assistenti sociali, alle forze dell’ordine e fino al Comune – e la vicenda, ovviamente, è finita in tribunale. «Già dieci anni fa avevo presentato uno sfratto e poi, per bontà d’animo, avevo deciso di ritirarlo – continua – La storia non è cambiata e ho dovuto sopportare l’indicibile da questa famiglia: dai mancati pagamenti agli affitti pagati in ritardo, per non parlare di violenze verbali e bugie. Sono stremata: quei soldi sono l’unica entrata che ho, rappresentano la mia pensione».

Arriviamo così al 29 settembre, data in cui era previsto il rilascio spontaneo dell’immobile dopo la sentenza di sfratto per cessata locazione. «Mi sono presentata a Castellarano insieme ai carabinieri – racconta – avevo paura ad andare lì da sola. Cos’è successo? Le forze dell’ordine si sono dimostrate accondiscendenti e premurose nei confronti di chi, stando nell’illegalità, mi rovina la vita da anni. In quel momento non ci ho visto più: ho visto i miei diritti calpestati e mi sono sentita svuotata, annullata e umiliata. Non dico che questa famiglia non vada aiutata, sono stata la prima a farlo, ma da 15 mesi occupano abusivamente casa mia».

«Sono tornata a casa con un senso di vuoto enorme – sottolinea – il mio senso della giustizia e la mia empatia sono stati presi a calci. Se il mio fisico regge, vado avanti con lo sciopero finché non vinco la battaglia: al momento prendo magnesio e potassio. In questi otto giorni ho mangiato una volta al giorno: una patata lessa, un cracker o una carota. Non accuso il Comune o le istituzioni, sono solo stanca». l