Gazzetta di Reggio

Reggio

Accanto al cadavere i documenti di un italiano di circa 60 anni

Daniela Aliu
Accanto al cadavere i documenti di un italiano di circa 60 anni

Sant’Ilario: ma le condizioni della salma non consentono l’identificazione

16 ottobre 2023
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Sant’Ilario C’erano dei documenti addosso al cadavere trovato nello stabile abbandonato di Sant’Ilario. Si riferiscono a un uomo italiano, tra i 60 e i 70 anni.

Questo però non è sufficiente a chiarire la sua identità.

Le condizioni del cadavere, infatti, erano tali da rendere impossibile un riconoscimento immediato: condizioni che fanno presumere che si trovasse lì da molto tempo, forse già da qualche settimana.

L’esame autoptico disposto dalla procura reggiana – guidata dal procuratore capo Gaetano Calogero Paci, il magistrato di turno che si occupa del caso è Isabella Chiesi – dovrà chiarire anche questo, oltre alle cause della morte.

Era stato un tecnico a fare la macabra scoperta, sabato mattina, mentre stava effettuando un sopralluogo nello stabile abbandonato da anni, che in passato ha ospitato gli uffici della vecchia conserviera di Sant’Ilario.

Arrivando in fondo al piano sotterraneo, buio e invaso di detriti e rifiuti, aveva notato il corpo di un uomo riverso a terra a pancia in giù. Pensando che stesse ancora dormendo, il tecnico si è avvicinato di più, arrivando così a capire che non stava dormendo, ma era un cadavere. A quel punto aveva lanciato l’allarme e sul posto erano arrivati la polizia locale e i mezzi di soccorso, che altro non avevano potuto fare se non accertare che si trattava proprio di un cadavere.

A occhio nudo, non sono emersi segni evidenti di morte violenta né sangue. Era vestito, aveva addosso un maglione, un paio di pantaloni e una solo scarpa: l’altra era poco lontana.

La tragica scoperta è stata fatta ad una manciata di metri dal cantiere dove sta nascendo la nuova scuola Silvio D’Arzo, sezione grafica, e di fronte alla zona stazione, un luogo frequentato da pendolari, studenti, ma non solo.

L’edificio nonostante sia dentro un’area recintata è accessibile per via di un varco e viene spesso frequentato da clochard o stranieri senza fissa di mora, che cercano riparo tra quelle mura per dormire. E nelle ore serali, anche altri gruppi si avvicinano: dentro si consumano alcol e droga.

Il caso resta un giallo. Solo l’autopsia permetterà di escludere che l’uomo sia morto per mano di qualcuno e, anche se si trattasse di un malore, resta da chiedersi perché quella persona si trovasse in quel tugurio.

Il lavoro degli investigatori – il caso è nelle mani della polizia locale della Val d’Enza, guidata dal comandante Davide Grazioli – intanto è volto a contattare la famiglia dell’uomo che compare su quei documenti. Un primo passo per cercare di capire qualcosa in più.

La comunità di Sant’Ilario si interroga. Il sindaco, Carlo Perucchetti, ha espresso il cordoglio della comunità per un fatto tragico, avvenuto da tempo senza che nessuno se ne accorgesse, in luogo frequentatissimo, anche se nascosto.

Solo l’identificazione della vittima e l’accertamento delle cause della morte chiarirà definitivamente cosa accaduto.l