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Tutta la magia del teatro all’Ariosto con l’ultima pièce di Popolizio

Tutta la magia del teatro all’Ariosto con l’ultima pièce di Popolizio

Domani in scena “Uno sguardo dal ponte”: «Una storia ricca di pathos»

19 ottobre 2023
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Reggio Emilia La sua immensa statura di attore da qualche anno si è incontrata con la volontà e il desiderio di prendere parte agli spettacoli anche in veste di regista, quindi di creatore. Per questo motivo considerare Massimo Popolizio tra i massimi protagonisti del teatro italiano contemporaneo potrebbe essere incompleto. Popolizio in verità è un demiurgo, meglio un mago, capace di accendere nel vero senso della parola il palcoscenico illuminandolo nella sua dimensione epica. Diciamo questo anche per l’importanza dei testi che sceglie – di teatro vero – nel solco della più rinomata tradizione in cui spesso si misura con una corposa schiera di attori. Dopo “Ragazzi di vita” di Pasolini e “Un nemico del popolo” di Henrik Ibsen, l’anno scorso è toccato a “Uno sguardo dal ponte” di Arthur Miller, che domani inaugura la stagione di prosa al Teatro Ariosto (repliche sabato ore 20.30 e domenica ore 15.30). Nella pièce Popolizio interpreta Eddie Carbone, il protagonista della storia, e dirige un cast d’eccezione che comprende, tra gli altri, Valentina Sperlì, Michele Nani, Raffaele Esposito, Lorenzo Grilli, Gaja Masciale. «Tutta l’azione è un lungo flash-back – ci dice l’attore–. Per me è una magnifica occasione per mettere in scena un testo che assomiglia molto ad una sceneggiatura cinematografica con chiusure e aperture di luce per realizzare particolari inquadrature adatte a questa storia tremenda, con cambi veloci e l’uso dello spazio con i secondi piani».

Popolizio, come ha impostato il lavoro?

«Questo è un testo di interpretazione e necessita di un’interpretazione con tutti i sentimenti, le emozioni e gli stati d’animo, e basata sul “metodo”: una scuola di recitazione nata su questo tipo di testi che chiede all’attore di calarsi nel personaggio per arrivare a vivere veramente nelle circostanze immaginarie».

L’idea di questo testo da dove nasce?

«Tra i titoli che potevamo scegliere per realizzare con la Compagnia Orsini, “Uno sguardo dal ponte” mi ha sempre incuriosito, perché è una storia che tratta degli emigranti italiani, piena di pathos ed erotismo; al centro sta la passione che muove questi personaggi dal carattere mediterraneo. Dello spettacolo a dicembre ci saranno le ultime repliche che saranno in tutto 130».

Finalmente un vero spettacolo di teatro con tutti i crismi, non il solito monologo.

«Devo dire che, in questi anni, ci si è rassegnati a delle produzioni micragnose... non dico che i monologhi non si possono fare, ma francamente ce n’è una quantità eccessiva. Per buona parte, la causa va trovata nei problemi endemici legati ai troppi pochi soldi che si hanno a disposizione e, spettacoli come questo costano molto».

Com’è essere sia attore che regista?

«Indubbiamente è molto faticoso. In ogni caso scelgo degli attori molto preparati, già abituati a lavorare con me e che sanno quello che devono fare. Questi attori assomigliano a dei marines, un corpo super specializzato».

Negli ultimi mesi è stato la voce narrante in concerti/spettacolo con orchestre sinfoniche: ad Argenta per celebrare Don Minzoni con la Filarmonica Toscanini e al Parco della Musica di Roma per “L’Imbalsamatore “di Battistelli. Come considera questo tipo di impegno?

«Avere a che fare con le orchestre è sempre qualcosa che ti arricchisce, inoltre la musica impone dei paletti, dei tempi da rispettare. Poter dare un’espressione artistica all’interno di una cornice prestabilita data dalla musica, è molto utile per un attore, e istruttivo. Inoltre, mi piace molto perché mi trovo a stretto contatto con persone di consolidata professionalità».

A quando il prossimo debutto?

«Sarà l’8 febbraio al Teatro Argentina di Roma, con un grande spettacolo in cui, oltre a recitare (in scena ci saranno 16 attori), sarò anche regista: è “L’albergo dei poveri” di Gor’kij (nell’adattamento di Emanuele Trevi) che nel 1947 inaugurò il Piccolo di Milano, una coproduzione Teatro di Roma, Teatro Nazionale Piccolo Teatro di Milano e Teatro d’Europa dove andrà in scena nel mese di marzo». l

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