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Caso Saman, quando il padre Shabbar diceva al figlio: «Incastra quei due bastardi»

Jacopo Della Porta
Caso Saman, quando il padre Shabbar diceva al figlio: «Incastra quei due bastardi»

Nelle intercettazioni del giugno 2021 le manovre contro un cugino e uno zio della ragazza

20 ottobre 2023
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Novellara «Sì, sì, incastra dentro questi bastardi». Il 14 giugno del 2021 Shabbar Abbas, scappato in Pakistan dal primo maggio, giorno della morte di Saman, parla al telefono con il figlio, all’epoca minorenne.

Il ragazzo ha iniziato a collaborare con i carabinieri e la procura e ha puntato il dito sullo zio Danish Hasnain e i due cugini e da lì a quattro giorni il ragazzo avrebbe confermato la sua versione in un incidente probatorio.

Il genitore è arrabbiato. «Figlio mio tu non dovevi dire dello zio, Kami o Maan (i due cugini, ndr), che colpa hanno loro? La colpa è tutta mia. Nessun altro ha la colpa». E ancora. «Figlio mio, tu sei maschio o femmina? I maschi non dicono mai niente per tutta la vita».

Padre e figlio sono concordi su un punto. Vogliono incastrare Irfan e Zaman Fakhar, nipote e fratellastro di Shabbar.

Il genitore, riferendosi ad irfan, aggiunge: «Tu devi dire ai poliziotti che lui è venuto di mattina e ha dato il consiglio al papà (...) Tu devi dire così che è venuto e mi ha detto che oggi la fai fuori, lui mi disse così (...) Sì sì devi fare il loro nome, loro hanno consigliato di fare cosi».

Il ragazzo gli dà corda. «Sì è la verità, sì ho sentito con le proprie orecchie, ti aveva detto Arfan che ammazzala, anche lo zio paterno maggiore ti aveva detto così».

Alla fine il padre pronuncia la frase sui bastardi da incastrare. E la risposta è convinta. «Giuro io incastrerò questi se ci stanno incastrando noi».

La versione da fornire alle autorità è questa: «Come ti ho spiegato devi dire così, lui è venuto sul motorino, e disse caricala sulla moto dietro di me poi ci penserò io. Figlio mio è stato lui a portarla via da lì e gli altri non hanno nessuna colpa». l

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