L’odissea della Reggio-Ciano tra ritardi e cancellazioni
In viaggio sulla linea ferroviaria all’ora di punta fra studenti e pendolari «Questa è la nostra unica alternativa, chiediamo che non ci siano disagi»
Reggio Emilia È stato ribattezzato il “treno degli studenti” o, comunque, dei pendolari. Alcune corse sono spesso soggette a ritardi o a vere e proprie cancellazioni e, al di là degli orari di punta che coincidono con l’ingresso e l’uscita da scuola, i convogli non di rado viaggiano vuoti.
È l’odissea della Reggio-Ciano, che prevede oltre 20 corse giornaliere, tra andata e ritorno, per la durata di 55 minuti e 16 fermate, quando il treno si ferma anche in via Monti a Bibbiano, comune che, da solo conta sette fermate, da Bivio Barco fino a Piazzola.
Tra tutte le corse, si diceva, tre appartengono in modo prevalente agli studenti. Come quella delle 6.20 da Ciano, per poi passare alle due dopo l’uscita da scuola, rispettivamente alle 13.17 e alle 14.15.
Si parte alle 13.17 dalla stazione storica di Reggio Emilia. Arrivati a Santo Stefano e all’altezza del polo di via Fanti, sale un cospicuo numero di studenti. Non a caso, il treno prescelto per questa corsa è quello realizzato con materiale elettrico lungo, in gergo Etr 350, l’ideale per il numero delle persone da caricare, mentre il convoglio alternativo avrebbe una capienza fino a una quarantina di passeggeri.
Nelle scorse settimane aveva fatto discutere la sostituzione dei treni elettrici con i convogli diesel, dopo appena un anno. È stato sanato il problema burocratico che aveva imposto questa scelta e la maggior parte dei treni della Reggio-Ciano, oggi, è di nuovo elettrica. Sarà possibile avere tutti i convogli al completo una volta che sarà sostituita una sorta di centralina, all’altezza di San Polo.
Carolina è una studentessa del Canossa e ha 17 anni e prende il treno tutti i giorni. «Prima andavo a scuola a Montecchio e usavo il bus, mentre ora salgo sulla Reggio-Ciano – spiega la ragazza –. Lunedì si è verificato un ritardo di 20 minuti che ci ha fatti rimanere a Barco per tutto il tempo. Io abito a Bibbiano ed è stato senz’altro un disagio. Ogni giorno parto poco prima delle 6.30, con il treno delle 6.38, arrivo in via Fanti a Reggio Emilia alle 7.10 e poi aspetto mezz’ora fuori perché il Canossa apre poco prma delle 8».
Youssra sta per compiere 18 anni, è di Bibbiano e, come le sue amiche, prende il treno tutti i giorni. «Per ogni corsa compro il biglietto – dice –. L’anno scorso si sono verificati ritardi e cancellazioni soprattutto dopo gennaio. Ora la situazione è un po’ migliorata, perché ci sono meno ritardi. Anche io frequento il Canossa e scendo a Santo Stefano per prendere il bus».
Lorina è di Bibbiano e prende «il treno da quattro anni per andare al Canossa. Per il primo anno venivamo indirizzati a un bus, che però era sempre pieno imballato e si rimaneva a piedi. L’anno scorso confermo che ci sono stati tanti ritardi, oltre a treni soppressi. Da inizio anno ci siamo trovati di fronte solo a tre ritardi e a un paio di cancellazioni, per cui, spesso, non avvisano».
All’altezza di più passaggi a livello esiste inoltre un problema che si ripercuote all’esterno: le lunghe code di auto che all’orario di punta raggiungono la vetta. Lo si vede nitidamente a Bivio Barco, ma non solo.
Tra i pendolari c’è anche Valentina, 17 anni, parte da Ciano e affronta, pertanto, tutta la corsa: «Una cinquantina di minuti di viaggio e spesso non sono garantiti, perché può succedere che ci siano scioperi e i treni garantiti vengano annullati». Alessandro è quasi maggiorenne, abita a Barcaccia, vicino a San Polo: «L’anno scorso prendevo il treno alle 6.30 a Piazzola. Adesso ho l’opportunità di andare in auto fino a Reggio per raggiungere il Moro. Al ritorno, anche io mi destreggio tra vari ritardi».
Arrivati a Ciano ci si imbatte nei locali della stazione e in pochissimi passeggeri che, poco dopo le 14 devono raggiungere Reggio Emilia. l