Gazzetta di Reggio

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L’educatore telefonò alla 14enne anche il giorno prima dell’arresto

Ambra Prati
L’educatore telefonò alla 14enne anche il giorno prima dell’arresto

Il 52enne indagato per violenza sessuale durante un ritiro di preghiera

28 ottobre 2023
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Reggio Emilia «L’imputato non dà garanzia di autodisciplina». Con questa motivazione il gip Silvia Guareschi ha negato, per la seconda volta, la richiesta di arresti domiciliari per l’ex educatore spirituale di 52 anni accusato di aver avuto rapporti sessuali con una 14enne durante un ritiro di preghiera (il reato contestato è violenza sessuale con l’aggravante dell’età della ragazzina e del ruolo che ricopriva, tanto che il reggiano rischia una pena che va dai 6 ai 12 anni). Il gip ha spiegato il retroscena: sono stati acquisiti i tabulati telefonici dai quali risulta che l’adulto ha contattato la giovanissima fino al 19 agosto scorso, cioè fino al giorno prima di essere arrestato.

Non solo: una telefonata del 14 agosto è stata particolarmente lunga. Segno che – come avevano già lamentato i genitori della minore – il 52enne non ha mai avuto intenzione di interrompere il rapporto, continuando a cercarla. E poco importa che la ragazzina, di nascosto, abbia risposto alimentando la relazione illecita.

Il 52enne, membro del Memores Domini, responsabile provinciale di Gioventù Studentesca (Comunione e Liberazione), era insegnante di religione in due istituti superiori reggiani fino al primo giugno scorso, quando la Diocesi di Reggio Emilia Guastalla gli ha revocato l’idoneità all’insegnamento sospendendolo da qualsiasi incarico. Temeva, l’interessato, di essere indagato, poiché la sorella e il padre della 14enne avevano scoperto una chat compromettente e gli avevano chiesto conto. «Sono malato, devo farmi curare», aveva risposto l’educatore al padre che lo accusava di stupro, ammettendo la relazione, particolarmente grave poiché i genitori avevano firmato per l’affidamento della figlia al gruppo di preghiera.

Il rapporto sessuale è stato consumato lo scorso aprile durante un ritiro di tre giorni in vista della Pasqua a Viserbella di Rimini, ma la giovanissima ha riferito di altri incontri avvenuti prima e dopo quella data.

Gli stessi genitori, in un’integrazione della denuncia a maggio, avevano lamentato che «l’indagato stava cercando in tutti i modi di contattare la ragazza e anche i familiari avvalendosi di amicizie comuni» e chiedendo informazioni alle amichette. In una circostanza il 52enne era stato sorpreso nel tentativo di avvicinare la minore: al matrimonio di un parente della ragazzina si era nascosto dietro ai cassonetti del pattume. L’analisi del cellulare e del materiale informatico, disposta dal pm Maria Rita Pantani, hanno confermato che il rapporto tra i due è proseguito fino all’ultimo.

Dopo l’arresto a Caorle (Venezia), il 52enne è stato trasferito nel carcere di Verona, dove è tuttora recluso.

L’avvocato difensore del reggiano, Liborio Cataliotti, aveva presentato una prima istanza di domiciliari, respinta dal gip Guareschi, facendo leva sulla distanza temporale di quanto accaduto e sul fatto che il suo assistito non ha più alcun incarico a contatto con i minori. Nei giorni scorsi il copione si è ripetuto e il gip ha respinto per la seconda volta l’istanza difensiva.

Da notare che l’indagato è reso confesso: non ha mai negato la relazione con la 14enne, cambiando però versione dalla «malattia» all’essere vittima della seduzione. Difatti durante l’interrogatorio di garanzia il 52enne si è difeso per oltre due ore: a suo dire si sarebbe trattato di rapporti sessuali consenzienti e lui avrebbe ceduto alla seduzione dopo quindici anni di castità. Il prossimo passo del pm Maria Rita Pantani sarà l’incidente probatorio in audizione protetta sulla 14enne e su un’amica considerata testimone chiave: avrebbe ricevuto le confidenze della minore in tempi non sospetti. l