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La protesta

«I nostri figli esclusi dal nido E Reggio sarebbe un esempio?»

Serena Arbizzi
«I nostri figli esclusi dal nido E Reggio sarebbe un esempio?»

Lo sfogo di mamme e papà della sezione “Piccolissimi”, eliminata

02 novembre 2023
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Reggio Emilia «Siamo sconcertati. Ci hanno detto, all’improvviso, che non sarebbe stato disponibile un servizio su cui noi contavamo moltissimo, non avendo la possibilità di lasciare i nostri figli con i nonni e dovendo andare a lavorare per vivere. Questo sarebbe il Reggio Emilia approach?».

Sono amareggiati e anche molto arrabbiati i genitori dei “Piccolissimi”, questo il nome della sezione che avrebbe dovuto ospitare i bambini nati dal primo giugno al 30 settembre 2023.

La lettera apparsa lunedì sul sito dell’Istituzione Scuole e Nidi d’infanzia ha comunicato a mamme e papà dei neonati che contavano di iscriverli a fine gennaio, che gli spazi abitualmente dedicati alle sezioni dei Piccolissimi verranno utilizzati dai cantieri del Pnrr. In più la lista d’attesa per i nati nel 2021, 2022 ed entro maggio 2023 è numerosa. Quindi niente sezioni “Piccolissimi” per i nati l’estate scorsa.

«Siamo in tante mamme nella stessa situazione: non abbiamo partorito entro il 31 maggio e di conseguenza ci vediamo negato il diritto di accedere a un servizio – afferma la madre di un bimbo nato nell’agosto scorso –. Ci dicono che vengono addirittura dall’America per studiare il Reggio Emilia approach, per vedere quanto sono brave le istituzioni ad aver creato un modello che tutto il mondo ci invidia. Poi, quando avremmo dovuto accedere al servizio tanto decantato a livello internazionale, lo stesso servizio scompare».

Questa mamma annuncia una possibile azione dimostrativa, nel caso il problema non venga risolto. «Qualcosa vorremmo fare, se non saremo ascoltati: abbiamo provato a tenere una linea più morbida, facendo telefonate e interpellando anche le cooperative per verificare quali siano le soluzioni sul piatto – continua –. Oltretutto, si chiede alle donne di fare figli e poi scopriamo che economicamente non ce lo possiamo permettere. Una città non può dire che esiste un servizio e poi negarlo. Ci hanno liquidato con una lettera e non si è nemmeno cercato di trovare una soluzione».

Stessa opinione per il papà di un neonato escluso dal servizio. «Ci hanno scritto che sono addolorati, sono affranti, senza cercare alternative – dice –. Avrebbero dovuto creare momenti di confronto, dei tavoli, per cercare tutti insieme una soluzione. Invece dobbiamo arrangiarci. Noi cosa siamo? Cittadini di serie B? Io e mia moglie abbiamo due stipendi normali e dobbiamo lavorare per mantenerci. I nonni del nostro bimbo abitano lontano. Quando abbiamo saputo cosa sarebbe successo siamo rimasti sconcertati e bloccati. Non abbiamo avuto il tempo di organizzare nulla di alternativo».

Sul caso interviene anche Alessandro Fontanesi, già segretario del Pci: «Se per l’Istituzione Scuole e Nidi d’infanzia quella di negare il diritto alla educazione ai nati dall’1 giugno al 30 settembre è una “scelta sofferta”, i casi sono due: o la cosiddetta “istituzione” lo è a sua insaputa, oppure è un ente supremo che fa le cose all’insaputa dei più. Perché altrimenti non si spiega, quando le istituzioni cittadine tutte hanno messo mano ai milioni del Pnrr non lo sapevamo che sarebbero andati incontro a questo problema? La pletora di candidati sindaci non ha nulla da dire di fronte a una tale discriminazione per le famiglie reggiane? Come intenderanno rispondere e portare soluzioni nel loro “progetto” della città?». l

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