Gazzetta di Reggio

Reggio

Sanità, ticket non pagati: in cinque anni 7,5 milioni

Sanità, ticket non pagati: in cinque anni 7,5 milioni

L’Ausl: «Ne abbiamo incassati già 5, altri 1,8 recuperati dal Fisco» La percentuale non recuperabile è del 5,8%: «Reggio virtuosa»

06 novembre 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia Dal 2018 ai primi sei mesi del 2023, in cinque anni e mezzo, a Reggio Emilia sono stati 7,5 i milioni di euro di ticket non pagati (3,7 milioni per il pronto Soccorso e altrettanti per la specialistica), a fronte di 87 milioni di euro totali in Emilia-Romagna.

«La quota di non riscossione della nostra azienda è tra le più contenute. A Reggio, dove i cittadini si confermano ligi alle regole, la percentuale di inevaso effettivo è di poco superiore al 5% – afferma Maria Elena Costa, direttore della struttura complessa programmazione e Controllo dell’Ausl – Su quei 7,5 milioni, dopo le lettere agli utenti abbiamo incassato oltre 5 milioni, mentre 1,8 milioni sono stati recuperati dall’Agenzia delle Entrate. Questi ultimi tuttavia non sono soldi persi: occorre solo tempo per incamerare».

Nel primo semestre di quest’anno l’Ausl reggiana su 339mila euro di ticket del Pronto Soccorso non pagati ne ha recuperati quasi 142mila, mentre sui 404mila euro non pagati per specialistica ambulatoriale e day service (l’ex day hospital) ne ha recuperati 267mila. «Numeri non attendibili perché la procedura di lavorazione è tuttora in corso» prosegue la dottoressa Costa, che fa un passo indietro spiegando il sistema di pagamento.

L’accesso non appropriato al Pronto Soccorso comporta un ticket, così come tutte le visite specialistiche che non derivino da una ricetta del medico di base. Discorso diverso se il cittadino si presenta con la ricetta per sottoporsi ad esempio a una radiografia: in questo caso si paga all’accettazione, direttamente alle macchinette della struttura prima di sottoporsi all’esame.

«Per politica aziendale, al fine di evitare un contenzioso tra il clinico e il paziente, si preferisce un percorso di pagamento differito del ticket. Dopo la visita al Pronto Soccorso e dopo la presa in carico in day service (l’ex day hospital, ndr), a distanza di 40-50 giorni l’Ausl invia una prima lettera: cartacea a casa ed elettronica sul fascicolo sanitario. Se si non sortisce alcun effetto a novanta giorni dalla prima lettera ne viene spedita una seconda».

Un iter di almeno di tre mesi. «Le tempistiche sono dettate dal fatto che dobbiamo aspettare che siano inserite a computer tutte le prestazioni. Il non pagato non è dovuto ad una volontà di sottrarsi del cittadino, il quale deve attendere la nostra comunicazione. La procedura prevede che la lettera all’utente arrivi in un secondo tempo, con tutte le indicazioni per versare: tramite PagoPA, in banca, in posta, ecc». Se anche il secondo sollecito cade nel vuoto, le somme mancanti all’appello passano all’Agenzia delle Entrate che si occupa del recupero coattivo. La percentuale di quest’ultima “fetta” può variare e parecchio a seconda delle capacità della singola Ausl. Tuttavia, come rimarca la dirigente «si tratta di una quota che non va persa, sebbene possa passare parecchio tempo».

Per tale motivo secondo Costa «non fanno fede i dati del primo semestre 2023. Un anno concluso come il 2021 ha visto, su un totale di ticket di 1,1 milione di euro, 830mila versati, 219mila recuperati dall’Agenzia e appena 36mila non recuperabili».

Se altrove la quota di non recuperabile sfiora un terzo, l’Ausl di Reggio Emilia si distingue per «un’ottima risposta dei cittadini. Per il Pronto Soccorso l’utente paga alla prima lettera nel 64% dei casi, nel day service nell’84% – prosegue Costa – Quello che si perde nell’emergenza-urgenza corrisponde al 5,8%, mentre nella specialistica allo 0,2%».

Certo il problema, soprattutto per il Pronto Soccorso, sono «le persone irrintracciabili»: cioè soprattutto stranieri senza fissa dimora o che si trasferiscono all’estero o ancora dati personali sbagliati, che generano rebus burocratici. «Occorre poi sottolineare che i ticket non pagati si suddividono in due tipologie: chi, nonostante gli avvisi, non paga; e chi prenota una visita e non si presenta senza disdire né saldare. Ma questo è un capitolo a parte». l

© RIPRODUZIONE RISERVATA