Gazzetta di Reggio

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Nondasola elogia il fratello di Saman: «Scelta coraggiosa che dà speranza»

Jacopo Della Porta
Nondasola elogia il fratello di Saman: «Scelta coraggiosa che dà speranza»

Novellara L’associazione: «Liberarsi da modelli patriarcali si può»

08 novembre 2023
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Novellara «L’associazione Nondasola esprime ammirazione e riconoscenza per il comportamento tenuto da Alì Haider nel processo Saman. Nonostante la giovane età, le pressioni costantemente subite dal primo maggio 2021 ad oggi, la paura per le conseguenze che la sua testimonianza può avere, Alì Haider ha scelto di testimoniare e ha detto alla Corte come è stata programmata e poi avvenuta l’uccisione della sorella, di cui lui è stato testimone diretto».

L’associazione reggiana, che tramite l’avvocata Giovanna Fava si è costituita parte civile nel processo in corso davanti alla Corte d’Assise, interviene pubblicamente, con una nota, dopo le due udienze nelle quali Alì Haider ha testimoniato in aula e ha ribadito le accuse nei confronti dei cinque imputati.

«Ha spiegato che Saman voleva solo vivere liberamente la propria vita – prosegue l’associazione – Crediamo non sia stato facile per lui rievocare i fatti in aula, con la consapevolezza che al di là del paravento c'erano il padre, lo zio, i cugini imputati. Più volte è stato invitato dai parenti a comportarsi da Uomo (ovvero a tacere), lui ha scelto di comportarsi da Uomo parlando. Ha scelto di non stare dalla parte di chi usa il potere e la violenza contro la libertà delle donne. Il suo posizionamento è per noi motivo di fiducia nel futuro perché è la dimostrazione di un giovane uomo capace di “smarcarsi” da un modello patriarcale che imprigiona uomini e donne in ruoli stereotipati ed offensivi della dignità umana».

La testimonianza del fratello rappresenta un momento cruciale nel dibattimento che si sta avviando verso la conclusione. Dal momento che la sua veste giuridica è cambiata, da testimone a persona potenzialmente indagabile, avrebbe anche potuto avvalersi della facoltà di non rispondere. Una scelta, che sarebbe stata legittima, ma che avrebbe inferto un duro colpo all’impostazione accusatoria, dato che tutto quello che il ragazzo aveva dichiarato nei verbali d’interrogatorio e nell’incidente probatorio, è stato escluso dal processo.

Davanti ai giudici il fratello di Saman ha mostrato tutto il suo percorso umano di crescita e presa di distanza dalla cultura del clan familiare. Ha detto che in passato aveva la stessa mentalità dei genitori, ma di aver poi cambiato idea.

«Il nostro lavoro di prevenzione con ragazzi e ragazze ci dice quanto questo non sia facile – prosegue l’associazione Nondasola – quanto ambiente e modelli influiscano sulla formazione, tanto che a volte replicare la violenza sembra un destino. Non lo è. Come ha dimostrato Ali Haider esiste sempre un margine di scelta, anche nella più estrema delle condizioni. Una scelta coraggiosa che apre a una trasformazione per il maschile più libero di viversi nella propria unicità. Un maschile che sa nominare la violenza è un’azione che genera cambiamenti, proprio perché parte da maschi verso altri maschi ha una risonanza più forte. E questo vale per gli uomini di ogni cultura del mondo».l