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«Aggrediti da un cinghiale e inseguiti per 200 metri»

Luciano Salsi
«Aggrediti da un cinghiale e inseguiti per 200 metri»

La disavventura di Lorenzo Garofoli mentre portava i cani a spasso

10 novembre 2023
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Reggio Emilia Portare tranquillamente a spasso due cani in aperta campagna ed essere assaliti all’improvviso da un grosso cinghiale non è una bella esperienza.

L’ha vissuta suo malgrado nella sera di Halloween un reggiano di 46 anni, il quale avrebbe preferito trovarsi di fronte un fantasma evanescente ed invece è stato aggredito da un bestione di 80 chili infuriato, che l’ha inseguito per 200 metri mettendo in fuga anche i due amici a quattro zampe. Il fatto è accaduto nei giorni scorsi, intorno alle 17.45, allo sbocco di via Settembrini sul confine con Albinea, nei pressi dell’acetaia dell’agriturismo Bellarosa.

«Mi ero inoltrato nei campi – riferisce Lorenzo Garofoli, che risiede a Canali – per un centinaio di metri. Avevo lasciato liberi dal guinzaglio il mio pastore del Lagorai, che pesa circa 30 chili, e un piccolo Jack Russell Terrier. Era già buio, ma avevo sul capo la luce frontale. Improvvisamente, ho udito un grugnito e ho visto a 30 metri di distanza questo suino, probabilmente sbucato dalla boscaglia che fiancheggia il rio Lavezza. Ho richiamato i cani, che si sono subito stretti a me. Il cinghiale ci ha aggirati e caricati. I cani sono scappati di corsa. Anch’io sono dovuto fuggire a gambe levate».

Non era il primo incontro ravvicinato con questa specie animale ormai invasiva e insolitamente minacciosa. Un precedente era avvenuto nella stessa zona un mese e mezzo prima.

«Era il 15 settembre – racconta Garofoli – intorno alle 18. Il sole non era tramontato e mi ha permesso di riprendere la scena con lo smartphone. Quella volta ci si è avventata contro una femmina con i cinghialetti, che ha inseguito a lungo il mio cane». Questo comportamento aggressivo non è abituale. Si può supporre che sia dovuto non solo all’istinto materno protettivo nei confronti della prole, ma anche al fatto che il pastore del Lagorai è una razza di taglia media assomigliante al lupo e quindi scambiabile dalla cinghialessa per il temibile predatore dei suoi cuccioli. I cinghiali sono molto prolifici. Negli ultimi tempi si sono moltiplicati a dismisura in tutta Italia e hanno invaso le aree boscose della montagna, della collina e della stessa pianura. Spesso si avvicinano alle città, trovando cibo tra i rifiuti sparsi nelle periferie.

Anche i lupi, perlopiù incrociati con cani inselvatichiti, sono aumentati di numero al punto che in più occasioni sono stati avvistati vicino a Reggio Emilia. Tuttavia non bastano a contenere l’incremento delle loro prede, che incomincia a produrre danni. «Spesso – spiega Garofoli – porto il mio cane in giro in via Settembrini, dove abita mio fratello. Una vicina mi ha detto che i cinghiali devastano gli orti. Questi animali sono diventati troppo numerosi: sono ormai fuori controllo. Quanto mi è capitato dimostra che possono essere pericolosi anche per la nostra incolumità. Si può immaginare cosa sarebbe accaduto se al mio posto fosse stato un bambino. Le guardie dovrebbero intervenire».

I destinatari dell’appello sono i carabinieri forestali e le Guardie giurate ecologiche volontarie della Provincia. Qualora se ne ravvisi la necessità i cacciatori possono essere autorizzati ad abbattere la fauna selvatica in eccesso. l

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