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È morto Antonio Cervi, figlio di Agostino il quinto dei sette fratelli trucidati dai fascisti

Miriam Figliuolo
È morto Antonio Cervi, figlio di Agostino il quinto dei sette fratelli trucidati dai fascisti

Aveva 81 anni, lascia la moglie Rosa con la quale abitava a Fellegara di Scandiano Il ricordo di Adelmo Cervi: «Siamo cresciuti insieme nella grande casa di Gattatico»

10 novembre 2023
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Scandiano Aveva poco più di un anno e mezzo quando il padre Agostino Cervi e gli altri sei fratelli – Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Ovidio ed Ettore, suoi zii – vennero trascinati via con la forza dai fascisti, il 25 novembre 1944, per essere poi trucidati qualche settimana dopo, il 28 dicembre, una data tragica e storica per la Resistenza, reggiana e non solo. Antonio “Tonino” Cervi è morto martedì, a 81 anni. Ieri si è tenuto il funerale a Reggio Emilia, dove aveva vissuto per molti anni in uno dei grandi condomini popolari del quartiere Rosta Nuova, prima di trasferirsi a Fellegara, con la moglie Rosa, che è originaria della frazione scandianese.

“Tonino” era uno tra i più piccoli degli undici figli rimasti orfani dopo il massacro dei sette fratelli Cervi. «Oggi abbiamo dato l’ultimo saluto a mio cugino Tonino, figlio di Agostino Cervi, il quinto dei nove figli di nonna Genoeffa e nonno Alcide, che aveva 27 anni quando fu trucidato dai fascisti assieme ai suoi fratelli – ha scritto su Facebook Adelmo Cervi, figlio di Aldo, da sempre attivo nel portare avanti la memoria della famiglia –. Con Antonio “Tonino” siamo cresciuti nella casa; noi, più piccoli, eravamo la banda dei quattro. Ci dividevano pochi mesi di distanza, eravamo coetanei e ci facevamo compagnia mentre le nostre mamme e il nonno si occupavano di mandare avanti le faccende giornaliere che permettevano a noi di crescere... Ciao Tonino, un abbraccio forte alla mia famiglia».

La storia del padre e degli zii l’ha sempre onorata, Tonino, con rispetto e riservatezza; quella che lo ha contraddistinto tra gli undici figli rimasti orfani in modo così tragico. Un silenzio che accompagnava la pratica “militante”, come quando distribuiva le copie de “L’Unità” e si faceva chiamare “compagno” dagli amici del circolo “La Rosta”.

«Stamane abbiamo salutato per l’ultima volta Antonio Cervi, figlio di Agostino, il padre più giovane tra i sette fratelli Cervi – lo ha ricordato l’Istituto Alcide Cervi –. È stato un commiato composto e partecipato. Antonio è stato sempre una presenza discreta nella vita di Casa Cervi, dove tornava con regolarità nei momenti importanti, condividendo con gli altri membri della famiglia le occasioni istituzionali e di partecipazione collettiva più significative. Arrivava in silenzio, se ne andava in silenzio, dopo aver salutato tutti. Aveva scelto con grande consapevolezza di vivere così la storia esorbitante dei Cervi: da testimone silenzioso del passaggio di generazione. Mostrava, col suo fare, che si poteva vivere anche in questo modo la complessità della memoria sui Campirossi. Era tra i più piccoli di Casa Cervi, subito dopo la tragedia. Tra i più piccoli nella famosa foto dove la famiglia usciva dalla guerra ed entrava nel mito. Antonio ha dimostrato che si poteva essere parte di quell’affresco esercitando la normalità, arricchendo il mosaico dei racconti possibili. E tra i racconti possibili c’è anche un cordiale quanto riservato silenzio. Lo salutiamo così, come lui faceva sempre tornando e ripartendo da Casa Cervi, da sempre e per sempre la sua Casa». l

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