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Deve risposare lo stesso uomo: «Il cambio di sesso annulla tutto»

Paola Ducci
Deve risposare lo stesso uomo: «Il cambio di sesso annulla tutto»

Federica Silva Pires era trans, poi l’intervento ha reso non valida l’unione civile Dopo la cerimonia di sette anni fa a Reggio Emilia, adesso il nuovo sì a Modena

11 novembre 2023
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Reggio Emilia Federica Silva Pires è una donna di origine brasiliana che, dopo essere stata la prima trans (allora ancora di sesso maschile) in Italia ad un unirsi in matrimonio tramite unione civile al modenese Fabrizio Bellesia ben 7 anni fa in Sala Tricolore, oggi sarà la prima donna (perché nel frattempo ha cambiato sesso) ad essere costretta a risposare lo stesso uomo. Questo accade proprio a causa del suo cambio di sesso, avvenuto in via definitiva nel 2022 che ha causato lo scioglimento dell'unione civile tra i due, poiché in Italia valida solo tra persone dello stesso sesso. «Così abbiamo deciso di risposarci in Comune a Modena e questa volta non sarà un’unione civile ma un matrimonio vero e proprio perché adesso siamo un uomo e una donna che si uniscono – spiega Federica – lo so, pare davvero assurda questa situazione, ma questo è. Se non voglio intentare una causa, che non è detto che vinca, contro lo Stato per farmi valere la mia precedente unione civile trasformandola in matrimonio, con relative ingenti spese legali, la soluzione per essere di nuovo sposata a mio marito è risposarmi con lui». Ma facciamo un passo indietro per capire meglio.

Federica e Fabrizio decidono di sposarsi nel 2017 e lo fanno avvalendosi della legge del 2016 che consente l’unione civile in Italia per persone dello stesso sesso. In quel momento infatti Federica non aveva ancora cambiato sesso ed era registrata all’anagrafe brasiliana come Marco Antonio Silva Pires: «Per noi è stato davvero un giorno speciale quello del nostro primo matrimonio – racconta Federica – finalmente potevamo essere riconosciuti dalla legge italiana come una coppia a tutti gli effetti, con tutti i diritti e i doveri che ne consegue. Io però già in quel periodo avevo deciso di iniziare il mio percorso per cambiare sesso e quindi avevo deciso di aspettare a richiedere la cittadinanza italiana, nonostante ne avessi diritto, una volta che il mio iter sarebbe stato completo anche a livello documentale».

E nel 2022 Federica cambia definitivamente sesso e avvia, con buon esito, le procedure per il cambio di identità sui documenti, prima in Brasile e poi in Italia. «Tutto è andato a buon fine, e né in Brasile né tanto meno in anagrafe qui in Italia a Reggio, dove allora eravamo residenti, nessuno ci ha mai detto che avremmo avuto problemi con la nostra unione civile». Ma ad inizio ottobre a Federica e Fabrizio arriva una bella doccia tramite una raccomandata proveniente dai Servizi ai cittadini del Comune di Reggio con la quale si avvisano i due destinatari che è stata fatta un’apposizione di annotazione di scioglimento della loro unione civile ai sensi di quanto afferma la legge sulle unioni civili in Italia, non consentite tra persone eterosessuali.

«A noi è sembrato assurdo – conclude Federica – abbiamo sentito vari pareri legali ma tutti non ci assicurano che intentare una causa per farci riconoscere la nostra unione come un matrimonio possa andare a buon fine. Così abbiamo deciso di chiudere e risposarci. Cosa ne sarà, dal punto di vista legale, di questi 7 anni di matrimonio in comunione dei beni? Ci scappa da ridere a doverci risposare, in ogni caso ringraziamo il cielo che non sia accaduto nulla né a lui né a me in questo ultimo anno, in cui la nostra unione era nulla. Ora dovrò attendere altri due anni per richiedere la cittadinanza italiana». l