Gazzetta di Reggio

Reggio

Processo Saman

Via Colombo chiusa al traffico Prova del buio con i giudici

Alessandro Cagossi

	Il sopralluogo al buio sul luogo del delitto
Il sopralluogo al buio sul luogo del delitto

Trasferta a Novellara della Corte per capire se Alì può aver visto chi è stato

11 novembre 2023
3 MINUTI DI LETTURA






Novellara Può Alì Haider aver visto davvero, stando sulla soglia di casa, chi c’era nel buio della carraia di fronte alla casa ad aspettare Saman? Può avere riconosciuto, la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021, come ha detto in aula, lo zio Danish e i cugini, vedendoli in volto Nomanluhaq Nomanluhaq e Ikram Ijaz? Sono le domande alle quali il sopralluogo effettuato ieri sera, dopo il processo, da parte dei giudici popolari e togati della Corte d’Assise ha cercato di rispondere.

GUARDA IL VIDEO DEL SOPRALLUOGO

Con loro c’erano le parti: l’accusa con il pubblico ministero Laura Galli, gli avvocati di parte civile, le difese ma senza gli imputati. «Shabbar non se la sente» ha detto in aula l’avvocato Simone Servillo, che difende il padre di Saman.

Verso le 19 la carovana di auto scortate da una pattuglia della polizia è arrivata in via Colombo e ha portato nella corte dell’azienda Bartoli tutti i convenuti. Giornalisti e cameramen sono stati tenuti a distanza con una prescrizione: non accendere fari, non usare flash né schermi dei telefonini. Per cercare di ricreare una condizione di oscurità più possibile vicino alla notte del delitto – compatibilmente col fatto che è una sera fosca di novembre, mentre allora era la fine di aprile – è stata anche chiusa la strada provinciale per il tempo del sopralluogo. Il traffico è stato deviato lungo le vie parallele.

Di fatto, le simulazioni fatte sono state almeno due. Una con tutto spento. L’altra con accesa solo la luce della cucina, così come, proprio ieri in aula, Alì Haider ha detto fosse la condizione quella sera. Durante la simulazione, tre persone sono state fatte mettere all’altezza delle serre, per simulare la posizione in cui, stando alla descrizione del fratello di Saman, c’erano lo zio Danish e i due cugini. In quel punto, i genitori avrebbero consegnato la figlia, epilogo di quell’ultimo filmato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza in cui, per l’ultima volta, si vede Saman sparire nel buio con in spalla lo zainetto. Da lì, poi, tornarono i genitori, da soli.

Esclude che quella notte ci fossero le condizioni di luce adatte a riconoscere qualcuno in quel punto, l’avvocato Liborio Cataliotti, che difende lo zio Danish: «Era una situazione di oscurità totale; la luce della cucina spenta, lo si evince dal gioco di ombre che si vedono sul terreno in quei video, che abbiamo minuziosamente analizzato. La luce della cucina per forza era spenta. Inoltre, non passano auto, non c’è fonte di illuminazione quando lei va via. La luce del capannone è spenta, non si accende al loro passaggio». Inoltre, fa notare come anche la siepe che costeggia la carraia abbia creato una zona d’ombra.