Gazzetta di Reggio

Reggio

Omicidio Saman

Interrogatori dello zio fuori dal processo: «Violazione che pregiudica l’istruttoria»

Elisa Pederzoli
Interrogatori dello zio fuori dal processo: «Violazione che pregiudica l’istruttoria»

Le dure parole della Corte d’Assise che sancisce l’inutilizzabilità delle parole di Danish per vizio procedurale

12 novembre 2023
2 MINUTI DI LETTURA





Novellara L’esclusione dei due interrogatori con cui lo zio di Saman, Danish Hasnain, colloca sul luogo del delitto tutti gli imputati e racconta dell’occultamento del cadavere della nipote è un duro colpo all’accusa. Ma non solo. «La violazione ha pregiudicato l’attività istruttoria, privando la Corte di elementi conoscitivi e dichiarativi di rilevanza potenzialmente notevole e di cui sarebbe dovuto essere per legge l’unica destinataria». Usa queste parole la presidente della Corte d’Assise Cristina Beretti nell’ordinanza – firmata da lei e dai giudici che la compongono – con cui ha escluso i due interrogatori di Danish Hasnain davanti ai pubblici ministeri Calogero Gaetano Paci e Laura Galli, quello del 3 novembre 2022 e quello del 10 marzo di quest’anno. A questo punto del dibattimento, è un colpo di scena che porta a chiedersi quanto peserà sulla sentenza. I due interrogatori sono stati cruciali almeno per due ragioni: grazie alla collaborazione di Danish Hasnain, il cadavere di Saman è stato ritrovato, un anno e mezzo dopo l’omicidio, sepolto a notevole profondità – ragione per cui le ricerche, seppure accuratissime, non avevano dato esito – nel fondo di un casolare diroccato non lontano dalla casa degli Abbas, in via Colombo. L’altra ragione è che in quegli interrogatori lo zio di Saman descrive rapporti tra i componenti della famiglia, conflitti e questioni. In quello del 3 novembre 2022 – quando ancora il difensore era l’avvocato Domenico Noris Bucchi – davanti alla pm Galli e al procuratore capo Paci si dice pronto a fornire tutte le indicazioni per il ritrovamento del cadavere della nipote, se la moglie – che ha sposato non tramite matrimonio combinato – verrà messa al sicuro, poiché teme per la sua vita, sostenendo che il fratello Shabbar sarebbe stato pronto a tutto, anche a farle del male, e racconta di come la moglie insegnante avesse ricevuto minacce, avvicinata da sconosciuti mentre si recava al lavoro. Lo zio a processo si è sottratto all’esame, rilasciando solo dichiarazioni spontanee. Che sono state di tenore decisamente diverso rispetto ai due interrogatori non più utilizzabili.