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Affitti in nero agli universitari. La Finanza: «Una forma di ricatto»

Ambra Prati
Affitti in nero agli universitari. La Finanza: «Una forma di ricatto»

Su 1.600 questionari inviati ai giovani sono state analizzate le prime 600 risposte

12 novembre 2023
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Reggio Emilia C’è chi ha ammesso candidamente «pago l’affitto in nero», mentre la maggior parte ha dichiarato con prudenza di essere ospitato da un amico o da un parente. L’alloggio viene trovato tramite le bacheche universitarie online; in ribasso i messaggini affissi alle bacheche fisiche. La spesa media per una stanza è di 300 euro, in linea con i prezzi del mercato immobiliare nostrano. Per lo più pagano i genitori, ma una minoranza dichiara di mantenersi da sola. Nell’ultima domanda, l’unica aperta, molti hanno lamentato «la difficoltà di trovare casa». Sono i primi risultati – parziali, perché basati su 600 questionari sui 1.600 inviati – dello screening sugli affitti agli universitari.

Il questionario è una delle iniziative «per il contrasto agli affitti in nero ai danni degli studenti universitari» messe in campo dal Comando regionale della guardia di finanza, dall’Agenzia delle entrate divisione Emilia-Romagna e dalle università della regione.

Il braccio operativo del progetto – che si propone tre finalità: smascherare i proprietari di case che sfruttano gli studenti e non pagano le tasse; dialogare con gli studenti e informarli; evitare che possano crearsi sacche di degrado e irregolarità – è composto nella nostra provincia dal gruppo Fiamme Gialle di Reggio Emilia, dalla Direzione provinciale dell’Agenzia delle entrate e da Unimore. Nella nostra provincia, a seguire questa iniziativa apripista è il comandante provinciale della Finanza, Filippo Ivan Bixio, designato dal comandante regionale generale Ivano Maccani. «È un lavoro di squadra – spiega il colonnello Bixio –. Ognuno porta la propria esperienza per incrociare i dati e cercare di trovare risposte a un tema molto sentito dai giovani e dai genitori. Ci auguriamo di poter colpire il sommerso: di fronte alla penuria di case, la proposta del “nero” è una forma di ricatto. E la somma di queste irregolarità danneggia non solo l’Erario, ma anche i cittadini: è una distorsione del mercato che produce effetti negativi».

Anzitutto è stato necessario individuare la potenziale platea di soggetti da controllare tra gli studenti fuori sede (si intende residenti fuori regione) iscritti ai corsi universitari dal 2017 al 2022. In tale quinquennio a Reggio figurano 15.649 fuori sede, a Modena 29.210. Di questi, coloro che hanno richiesto all’Ausl il medico di base (per farlo occorre indicare un domicilio) sono 2.105 fuori sede a Reggio e 3.125 a Modena; su 2.105 ben 124 risultano senza un contratto registrato.

«Occorre specificare alcuni aspetti – spiega il colonnello Bixio –. Anzitutto i numeri reggiani dei fuori sede sono inferiori alla realtà perché molti giovani che abitano in provincia di Modena vengono conteggiati là anche se studiano a Reggio. In secondo luogo non è detto che le 124 posizioni finali siano davvero irregolari: sarà valutato caso per caso. Tuttavia con questo metodo di scrematura, si è arrivati al dato regionale di 1.600 posizioni sospette».

Per dare voce agli studenti e avere una controprova è stato distribuito, sia in cartaceo tramite raccomandata sia online, un questionario indirizzato ai 1.600 fuori sede in regione. «Le domande, a risposta chiusa, hanno riguardato come si è trovato l’alloggio, chi è il proprietario di casa, qual è il prezzo, la modalità di pagamento e così via – prosegue Bixio –. Stiamo analizzando le prime 600 risposte». La mole di lavorazione della montagna di dati è a questo punto. «Solo quando saranno tornati indietro tutti i quesiti scatteranno i controlli incrociati».

Quali sono le conseguenze per chi affitta in nero?

«La mancata registrazione (dell’imposta di registro) comporta una sanzione sia per l’inquilino sia per il padrone di casa. Su quest’ultimo scatta inoltre una ricostruzione del denaro ricevuto che impatta sulla dichiarazione dei redditi: il proprietario dovrà restituire le somme dovute più la multa, che è sempre pesante». l