Gazzetta di Reggio

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Verso le elezioni amministrative

«De Franco è stato il più segnalato Questo va considerato da tutti»

Serena Arbizzi

	Roberta Mori (Pd)
Roberta Mori (Pd)

Reggio Emilia: Roberta Mori e la scelta del candidato sindaco

14 novembre 2023
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Reggio Emilia «Una sindaca? Certo che mi piacerebbe, ma non basta essere donne». Non ha dubbi la consigliera regionale e presidente dell’assemblea provinciale del Pd Roberta Mori, che interviene nel pieno del percorso per la scelta del candidato sindaco, arrivato alla conclusione delle consultazioni nei circoli.

Mori, il Pd ha scelto un percorso condiviso con i cittadini. A che punto siamo?

«Il Partito Democratico di Reggio Emilia ha scelto di ascoltare bisogni, proposte, riflessioni e anche le critiche dei principali attori di una città importante e vitale come Reggio Emilia. Non volevamo che il percorso verso le amministrative del 2024 diventasse solo un toto nomi. Abbiamo messo in campo centinaia di incontri e consultazioni il cui esito penso sia un patrimonio di autenticità e protagonismo di tutta la comunità reggiana. È stato un momento di relazione molto intenso che non si esaurirà, ma si arricchirà di nuovi passaggi programmatici da condividere con le forze alleate. Dopo la consultazione degli iscritti promossa dai circoli della città negli ultimi due weekend, vorrei cogliere l’occasione per ringraziare con tutto il cuore i segretari e le segretarie di circolo, i militanti, i simpatizzanti e tutte le persone che si sono impegnate in questi mesi e che hanno popolato la straordinaria manifestazione in Piazza del Popolo lo scorso 11 novembre per l’alternativa e per la pace».

Lei era nella rosa dei 14 papabili ma secondo rumor sarebbe pronta a sfilarsi per sostenere l'assessore De Franco. Farebbe questa scelta e, nel caso, perché?

«Direi che piuttosto di sfilarci, sia giunto il momento di trovare una sintesi unitaria su una proposta convincente e adeguata alle sfide di questo tempo difficile. Io lavoro per l’unità che deve essere sostanziale e cogliere la spinta del cambiamento che questo passaggio ci consegna. L’assessore De Franco è stato il più segnalato nelle consultazioni, ha passione ed esperienza e ha consegnato la propria disponibilità alla candidatura da subito e ciò va considerato e valutato seriamente da tutti. Anche perché dalla consultazione l’ipotesi prevalente è quella di un profilo politico competente. Per quanto mi riguarda non posso che essere orgogliosa e grata per le segnalazioni ricevute, in una città in cui mi sono misurata raccogliendo consensi in altre sfide elettorali e sono a disposizione qualora unitariamente si ritenesse che i massimi esponenti del partito possano essere utili in prima persona».

Quali caratteristiche pensa debba avere il nuovo sindaco?

Fare il sindaco oggi come ieri credo sia una vera e propria missione che a tratti fa tremare i polsi per le responsabilità a cui ci si espone. Credo però che sia anche il ruolo in cui i valori più alti che ispirano l’impegno politico si possano concretizzare per migliorare le condizioni di vita delle persone, valorizzare le risorse produttive e imprenditoriali del territorio, rafforzare la rete dei protagonisti della rappresentanza sociale e associativa che ci aiutino a tenere lo sguardo alto e i piedi per terra come facciamo in Emilia-Romagna, con una visione strategica che guardi almeno al prossimo decennio».

Lei si batte da tempo per i diritti delle donne. Le piacerebbe che fosse una sindaca la prossima prima cittadina?

«Certo che mi piacerebbe. Una città a misura di donne e ragazze è una città per tutti, perciò “dovremmo essere tutti femministi” come dice la scrittrice e attivista nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie. Sono sempre contenta quando si affacciano protagonismi femminili nei luoghi delle decisioni, ma non basta essere donna per promuovere politiche di parità che colmino i divari di genere che ancora pesano sul presente e sul futuro delle nostre ragazze. Lo dimostra il fatto che un Governo guidato dalla prima premier italiana adotti misure così penalizzanti per le donne di questo Paese, ad esempio svuotando Opzione Donna, azzerando il fondo da 350 milioni per le disabilità e raddoppiando l'Iva sui prodotti per la prima infanzia e sugli assorbenti, non operando sul divario salariale ma colpevolizzando solo le donne per i bassi indici di natalità».

Primarie: sì o no?

«Le primarie di coalizione sono uno strumento previsto dallo statuto del Partito Democratico per individuare la voce più rappresentativa del progetto della città del futuro. Non solo dunque un confronto tra personalità o persone, ma tra visioni di città. Se così sarà e si dovesse ricorrere a questo strumento, non potrà che essere un’occasione di partecipazione democratica importante». l