Gazzetta di Reggio

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Villarotta di Luzzara

«Poteva essere una tragedia» Casa inagibile dopo l’esplosione

Mauro Pinotti

	Gli effetti dell'esplosione sulla palazzina
Gli effetti dell'esplosione sulla palazzina

Parla la sindaca dopo lo scoppio. Una valvola è stata trovata aperta

14 novembre 2023
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Luzzara «Nonostante tutto è andata bene. La fuga di gas si poteva trasformare in una tragedia».

Così Elisabetta Sottili, sindaca di Luzzara, commenta quanto accaduto domenica sera a Villarotta: l’esplosione che ha reso inagibile la palazzina di via Carboni 7, edificio affacciato sulla strada provinciale 2 che collega Reggiolo a Guastalla.

Nella palazzina abitano diverse persone: tre nuclei composti da una famiglia di origine indiana di cinque persone, composta anche da bimbi piccoli, un uomo di origine marocchina e una famiglia italiana.

L’esplosione ha provocato il crollo di un muro portante nell’appartamento al secondo piano, dove risiede il marocchino e dove si è verificata la fuga di gas. A causa di quanto accaduto la palazzina è stata dichiarata inagibile.

Sono nove, al momento, le persone hanno dovuto lasciare il loro appartamento per stabilirsi temporaneamente da parenti.

L’amministrazione comunale di Luzzara, in caso di emergenza, ha stabilito, nel Piano di Protezione Civile, di ospitare eventuali sfollati in una palestra comunale. Per ora non c’è stato bisogno di usarla.

«Non ho ricevuto ancora i verbali da parte dei vigili del fuoco di Guastalla che, domenica sera, sono intervenuti sul luogo dell’esplosione. Sono in corso accurate indagini per conoscere la causa della fuga di gas. Da un primo riscontro non risultano allacciamenti “volanti” o illegali. La casa è stata costruita alcuni decenni fa, ma era perfettamente agibile. Ora è chiaro che per renderla nuovamente abitabile – conclude – dovranno essere eseguiti lavori di ristrutturazione importanti. Il danno, infatti, è ingente. Le persone evacuate che hanno bisogno di rientrare nelle loro case per recuperare vestiario o effetti personali dovranno essere accompagnate dai vigili del fuoco».

Da quanto si è potuto apprendere poche ore dopo l’episodio che ha gettato nel panico i residenti della palazzina e gli abitanti di via Carboni per un raggio di 100 metri, sembra che sia stata riscontrata una valvola aperta nell’appartamento del marocchino che, peraltro, non è dotata di vano cucina.

Una dimenticanza? Una svista? Sta di fatto che il gas si è propagato dall’appartamento alle scale. È poi bastata una scintilla, anche la semplice accensione di un interruttore delle luci interne, di qualche residente che doveva uscire o che era rientrato da poco, a provocare l’esplosione.

Nessuno ha percepito il caratteristico odore di gas dovuto alla presenza di uno speciale odorizzante, usato proprio per evidenziare e rilevare eventuali guasti o perdite.

Il botto si è verificato intorno alle 21 ed è stato chiaramente distinto a decine di metri di distanza.

Lo spostamento d’aria, non solo ha abbattuto un muro portante, ma ha disassato le finestre e gli scuri del secondo piano come se fossero stati bombardati.

Dall’esterno si può notare, sulla parte retrostante della casa, che il muro si è “spanciato” e un pezzo di cornicione tra il primo e secondo piano si è staccato. Inoltre i vetri delle finestre delle cantine, sono andati in frantumi, lanciando appuntite schegge su via Carboni.

Anche in questo caso, per pura fortuna, al momento della deflagrazione non stava transitando nessuno, altrimenti le schegge di vetro avrebbero potuto colpire e ferire qualche passante. In un primo tempo si era pensato al malfunzionamento di una caldaia, ma il proprietario di una parte della palazzina contattato la sera dell’incidente, ha subito smentito la circostanza. «Poco tempo fa ho incaricato un professionista di installare una caldaia nuova che è stata regolarmente certificata. Inoltre, l’addetto, ha lavorato in un’altra zona della casa e non ha mai messo le mani su rubinetti del gas» aveva detto.

Sul posto domenica sera sono intervenute alcune ambulanze, di cui per fortuna, non c’è stato bisogno, oltre ai carabinieri del Nucleo Rediomobile di Guastalla insieme ai colleghi della stazione di Gualtieri per i rilievi del caso. l