Gazzetta di Reggio

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L’indagine della Dda

Traffico di droga della ’ndrangheta Arrestato magazziniere di 34 anni

Traffico di droga della ’ndrangheta Arrestato magazziniere di 34 anni

Montecchio, operazione della Finanza sull’asse Reggio Calabria-Imperia

14 novembre 2023
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Montecchio Un magazziniere residente a Montecchio è stato arrestato dalla Guardia di finanza di Reggio Emilia nell’ambito di una vasta operazione antidroga e antimafia condotta dai colleghi della Liguria, che ha visto l’esecuzione di 26 ordinanze di custodia cautelare.

In carcere alla Pulce è finito un uomo di 34 anni di nazionalità ecuadoregna che lavora in un’azienda di Sant’Ilario.

Gli indagati — quasi tutti italiani, tranne due ecuadoriani, quattro albanesi e un cubano — sono in gran parte accusati di affiliazione alla ‘ndrangheta e in particolare alla famiglia De Marte-Gioffrè radicata da anni nella zona dell’Imperiese e in particolare a Diano Marina, Diano Castello e Taggia.

Sono 56 gli episodi contestati: acquisto, cessione, trasporto di quantitativi di cocaina e hascisc e coltivazione di marijuana. Secondo gli inquirenti l’organizzazione aveva organizzato tutta la filiera della droga dalla coltivazione, l’approvvigionamento, il trasporto e la vendita sul territorio ligure. Le persone arrestate comunicavano tra loro utilizzando telefonini criptati e si spostavano sull’asse Ventimiglia - Reggio Calabria noleggiando automobili o servendosi di bus di linea.

L’inchiesta è partita dalle fiamme gialle e dalla procura di Imperia e poi ha coinvolto anche la Dda di Genova.

Il gruppo criminale disponeva sulla costa e nell’immediato entroterra imperiese di varie abitazioni che utilizzava per le riunioni operative: qui venivano prese le decisioni riguardanti gli approvvigionamenti di droga, le trattative con i fornitori e gli acquirenti ma venivano anche trattati terreni per la coltivazione diretta di piante di marijuana.

Nei confronti di 18 indagati sono scattati vari sequestri preventivi per quasi un milione di euro tra conti correnti, immobili, autoveicoli e terreni, in gran parte nel ponente ligure ma anche in alcune località del Trapanese.

Sono inoltre contestati reati consumati ai danni di alcuni acquirenti di sostanze stupefacenti per costringerli a ripianare i debiti: lesioni, furti di mezzi di trasporto, estorsione, minaccia, tutti aggravati dal metodo mafioso.

In alcuni casi per farsi restituire dei soldi veniva mostrata una pistola e fatte minacce con riferimenti al potere della «famiglia» sul territorio.l

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