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L’arte contemporanea in dialogo con la natura delle terre matildiche

L’arte contemporanea in dialogo con la natura delle terre matildiche

“Surprise” inaugura domenica ad Albinea, Canossa e Quattro Castella

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Reggio Emilia Inaugura domenica il progetto Surprise, promosso dalle biblioteche di Albinea, Canossa e Quattro Castella e curato da Fulvio Chimento con la partecipazione delle artiste Caterina Morigi e Giulia Poppi. Le sculture/installazioni di Surprise sono allestite al Parco Fola (Albinea), il Tempietto del Petrarca (Selvapiana di Canossa) e il Parco di Roncolo (Quattro Castella).

Il titolo Surprise fa riferimento ad una tipologia di mostra che aspira a incuriosire il pubblico attraverso la presenza dell’arte contemporanea nelle terre matildiche, ricorrendo a forme espressive che caratterizzano l’approccio artistico delle nuove generazioni. A organizzare la mostra i Comuni di Albinea, Canossa e Quattro Castella grazie a un’erogazione liberale Art Bonus del Gruppo Iren e al contributo della Regione. L’inaugurazione, ad ingresso gratuito, si terrà domenica in tre appuntamenti: Parco Fola, ore 9.30; Parco di Roncolo, ore 11.15; Tempietto del Petrarca, ore 14.15.

Le opere, realizzate da Caterina Morigi (Ravenna, 1991) e Giulia Poppi (Modena, 1992), nascono dal percorso intrapreso nel 2022 con il progetto “Sconfinamenti. Arte e natura nelle terre matildiche”, una manifestazione itinerante nelle aree di competenza dei comuni promotori. Questa fase “off” del progetto biennale ha permesso alle artiste di creare empatia con il territorio e con le comunità dei tre comuni, camminando alla scoperta di queste terre in tre distinte passeggiate, accompagnate dai cittadini e da esperti: guide ambientali, botanici, storici dell’arte, scrittori, archeologi.

Con queste premesse, Caterina Morigi e Giulia Poppi hanno scelto per Surprise di firmare un progetto a quattro mani: “Le adamantine”, tre grandi sculture/installazioni che, nella forma, si richiamano agli “specchietti per le allodole”. Le sculture, in alluminio, presentano la medesima struttura “aghiforme”, con uno stelo ben ancorato al terreno, mentre nella parte superiore si caratterizzano per la presenza di una testata dalla forma “alare” che rotea al vento come una girandola. Sulla superficie della testata le artiste hanno inserito dei dischi tondeggianti in gres, e quando la luce del sole incontra l’alluminio lucidato o gli inserti in porcellana si determina un’accesa vibrazione luminosa, potenziata dal movimento rotatorio.

Durante i sopralluoghi le artiste sono rimaste colpite anche dalla presenza di piccole “edicole” votive che adornano le campagne e, partendo da questa suggestione, hanno immaginato di attuare una sorta di “agopuntura” del territorio, andando a collocare le opere in punti strategici. Da questa suggestione deriva la struttura affusolata de “Le adamantine”, che sembrano “pungere” il suolo, conficcate a terra da una misteriosa forza invisibile. Al Parco Fola le artiste sono intervenute in un boschetto in cui la natura ha creato in modo autonomo una piccola radura che nei mesi freddi viene ricoperta da foglie. Nell’area collinare del Parco di Roncolo, l’opera volge lo sguardo alla grande pianura che si distende in lontananza, creando nell’immaginario dell’osservatore una digressione visiva tra le differenti linee del paesaggio. La scelta di un crocicchio sorprastante il Tempietto del Petrarca, a Selvapiana, è funzionale a rimarcare il passaggio in vita di uno dei padri fondatori della poesia e della letteratura italiana.l

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