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Il nuovo tesoretto di Terminal One: «Dieci milioni per la Mediopadana»

Evaristo Sparvieri
Il nuovo tesoretto di Terminal One: «Dieci milioni per la Mediopadana»

I progetti della cordata di 18 imprenditori per la stazione di Mancasale tra parcheggi coperti, locali commerciali, servizi turistici

16 novembre 2023
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Reggio Emilia Parcheggi coperti da pensiline su cui posizionare impianti fotovoltaici a servizio delle auto elettriche e dei consumi della stazione Av; locali commerciali che promuovono prodotti locali; un ristorante di alta qualità specializzato nella cucina tipica del territorio. E poi: servizi per turisti e visitatori della Motor Valley e della Food Valley; sale meeting e spazi espositivi per le imprese che vogliano organizzare eventi aziendali, sfruttando la “posizione centrale” di Reggio rispetto a Roma e Milano; sale meeting e di coworking per gli incontri di lavoro; una sempre maggiore integrazione con il trasporto pubblico locale, attraverso spazi per taxi, terminal bus, servizio navetta. Sono alcuni progetti che metterebbe in agenda per la Mediopadana Terminal One, la cordata di 18 imprenditori (perlopiù reggiani, ma anche di Parma e Brescia), che ha già realizzato i 1.300 nuovi stalli della stazione di Mancasale, oltre che tutti i servizi attualmente annessi come colonnine per le auto elettriche, bancomat e locker per il ritiro spesa.

Progetti di partenariato pubblico-privato che hanno rappresentato un salto di qualità per il gioiello di Calatrava, nato inizialmente come una cattedrale nel deserto, ma che proprio grazie a questi servizi ha raggiunto i numeri da record celebrati martedì nel convegno targato Comune e Rfi che ne ha celebrato i 10 anni dall’inaugurazione.

«Gli imprenditori di Terminal One avevano compreso già nel 2017 che la Mediopdana rappresenta l’asset più importante e di riferimento su cui investire – affermano ora dalla cordata – Il loro desiderio comune è sempre stato che la loro città, la loro provincia ed il territorio circostante si sviluppassero e si sviluppino ulteriormente nei prossimi decenni ponendosi come centro di attrazione di capitali, di investimenti e sede di grandi gruppi industriali italiani ed esteri». Di qui possibili nuovi investimenti, a condizione che il pubblico faccia la sua parte, attraverso i quali i 18 imprenditori «vorrebbero lasciare un “segno” tangibile del loro operato non solo in campo industriale e imprenditoriale, ma anche in campo “sociale” cercando di promuovere la realizzazione di infrastrutture e di servizi che generino benefici per l’economia e le persone del territorio». Da Terminal One – che nel convegno era rappresentata di soci a Stefano Aleotti, Ivan Paterlini, Giannicola Albarelli, Carlo Fagioli, Maurizio Venturi, Davide Salsi, dal cda con l’avvocato Stefano Ruscelloni, il vicepresidente Paolo Chiussi e il presidente Guido Prati, oltre che dal presidente del collegio sindacale Renzo Bartoli, dall’architetto Fabrizio Codeluppi e dal direttore Matteo Setti – fanno sapere di avere «attualmente un patrimonio di circa 10 milioni di euro per effettuare investimenti in infrastrutture, immobili, servizi, che siano strategici per lo sviluppo di lungo periodo del territorio», ricordando di essere «una società “aperta” nel senso che intende continuare ad aggregare imprenditori e investitori prestigiosi e di elevato “standing” del territorio che condividano questi obiettivi di lungo termine». l