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Sant’Ilario, i vigili del fuoco tornano ad avere l’acqua calda e il riscaldamento

Daniela Aliu
Sant’Ilario, i vigili del fuoco tornano ad avere l’acqua calda e il riscaldamento

Dall’inverno scorso docce gelate, ora è stata sostituita la caldaia

19 novembre 2023
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Sant’Ilario Finalmente è stata sostituita la caldaia della caserma dei vigili del fuoco. L’impianto aveva iniziato a dare problemi nell’inverno dell’anno scorso e da allora il riscaldamento è andato avanti con le stufette elettriche. «La caldaia è stata sostituita, il riscaldamento funziona – annuncia alla Gazzetta Stefano Ambrosecchia, segretario del Conapo, sindacato autonomo dei vigili del fuoco –. La sostituzione della caldaia e le modifiche apportate all’impianto sembrano funzionare. La situazione è tornata alla normalità. Stiamo comunque monitorando la questione».

Dopo la segnalazione del problema, lo scorso 23 agosto il sindaco Carlo Perucchetti aveva incontrato, nella sede del distaccamento di Sant’Ilario, il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Antonio Annecchini, che aveva illustrato i malfunzionamenti all’interno dell’edificio di proprietà comunale. Il Comune di Sant’Ilario aveva poi dato il via libera alla ditta incaricata di eseguire i lavori.

«Gli operatori fanno la doccia con l’acqua fredda a causa della caldaia che non funziona – aveva spiegato Stefano Ambrosecchia –. Da diversi mesi ci è stata segnalata dal personale il malfunzionamento dell’impianto di riscaldamento, per l’acqua calda e la climatizzazione. Tutte problematiche che abbiamo tempestivamente segnalato al comando e a cui fino ad ora non è stato posto rimedio». Un disagio non indifferente per i vigili di Sant’Ilario, che effettuano circa 800 interventi annui; disagio che ha provocato anche prese di posizione politiche in consiglio comunale e nell’Unione Val d’Enza. «Docce fredde e stanze non adeguatamente riscaldate – aveva aggiunto Ambrosecchia – per il personale che magari ha passato tutta la notte fuori al freddo a svolgere interventi lunghi e faticosi come un incendio tetto. In estate la situazione invece si ribalta nell’altro senso: le squadre che passano le giornate fuori al caldo a spegnere incendi, quando rientrano trovano ambienti con temperature superiori ai 30 gradi e un’umidità pari al 50%; situazioni non idonee a garantire il recupero psicofisico delle squadre dopo un intervento».l