Gazzetta di Reggio

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I precedenti da ubriaco alla guida e il caso del permesso di circolare

Serena Arbizzi
I precedenti da ubriaco alla guida e il caso del permesso di circolare

Riillo, in carcere per lo schianto in cui due giovani sono morti, non poteva guidare Si indaga su una denuncia di smarrimento presentata dopo il ritiro della patente

20 novembre 2023
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Reggio Emilia Quel vizio di bere lo aveva portato più volte alla sospensione, e poi al ritiro, della patente.

Il curriculum di Francesco Riillo, il 39enne arrestato e portato in carcere dopo l’incidente stradale in cui hanno perso la vita Anuar Mastaki, 19 anni, e Hicham Outtas, 21, è costellato da una serie di precedenti legati alla guida in stato di ebbrezza.

Francesco Riillo è il pirata della strada rintracciato tramite le indagini-lampo condotte dai carabinieri di Guastalla, con la collaborazione della polizia locale della Val d’Enza: il 39enne è fuggito dopo che l’autocarro Iveco che stava guidando ha perso un corposo carico di componenti di acciaio per ponteggi che hanno devastato la Citroen Picasso su cui viaggiavano Anuar, Hicham e il loro amico Ahmed Habbou, ferito in modo grave e ricoverato con prognosi riservata nel reparto maxillo facciale di Parma: oggi verrà operato.

Lo schianto si è verificato poco dopo le 18 di venerdì in via Razzo Lago, sulla provinciale 111, che da Calerno conduce verso il casello Terre di Canossa-Campegine e la Bassa. Riillo è stato rintracciato nella sua casa a Villa Aiola di Montecchio poche ore dopo lo schianto mortale.

L’uomo è stato arrestato e condotto al carcere di via Settembrini, ha rifiutato di sottoporsi all’alcoltest. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio stradale plurimo.

Al 39enne è stato contestato il reato di guida con patente ritirata, oltre a diverse sanzioni amministrative per la violazione delle norme del codice della strada.

Riillo non ha esibito nessun documento di guida.

In agosto, in provincia di Napoli, gli era stato ritirato un permesso di guida provvisorio, perché sorpreso al volante in stato di ebbrezza: in quel caso, come venerdì, non si è sottoposto all’alcoltest ma i segnali non sono sfuggiti agli investigatori.

Si sta indagando per riannodare le fila di quanto è potuto accadere da fine estate ad oggi. In particolare, gli accertamenti di inquirenti e investigatori mirano a verificare se Riillo possa aver chiesto un nuovo permesso di circolare provvisorio, dietro la presentazione di una denuncia di smarrimento. Secondo le ipotesi che si rincorrono, è possibile che il 39enne abbia fatto domanda per il permesso alterando una o più lettere del suo cognome, così da ottenere la possibilità di guidare ancora. Nel fine settimana, tuttavia, non è possibile effettuare con scrupolo tutte le verifiche che consentono di comporre tutti i tasselli di questo mosaico, vista la chiusura di alcuni uffici. A breve si capirà se esiste una denuncia di smarrimento.

La certezza, in ogni caso, è che Riillo, venerdì sera non poteva guidare, non avendo alcun titolo per poterlo fare in modo legale. E il 39enne non ha esibito alcun provvedimento idoneo per la guida dopo l’incidente.

Emerge, nel frattempo, che il ritiro del permesso di circolare provvisorio avvenuto a Napoli, aveva prodotto una sospensione della possibilità di guidare che non gli è però stata notificata perché non era stato rintracciato.

Ci sono anche responsabilità a carico di Riillo, come l’essere scappato senza prestare soccorso. E violazioni del codice della strada per le quali sono previste sanzioni amministrative. Tra le ipotesi su cui gli investigatori si stanno concentrando c’è l’eccesso di velocità, non commisurata alle condizioni della strada. Significa, quindi, che è mancata prudenza nell’affrontare quel tratto di rettilineo, così come nel legare il carico consistente e pericoloso, come purtroppo è stato riscontrato.

L’autocarro si trova sotto sequestro in una carrozzeria di Guastalla. Da quanto è stato possibile ricostruire finora, il carico era legato tramite corde, ma si stanno facendo accertamenti su come sono stati posizionati i tubi nel cassone. I componenti in acciaio, all’altezza di una semicurva, si sono sganciati dal veicolo, che ha perso il materiale di lato, mentre era in movimento. La convalida dell’arresto si potrebbe svolgere oggi in carcere. L’indagato è assistito dall’avvocato di fiducia Fabrizio Sessa. Dalle conclusioni del pm potrebbe scaturire il procedimento per direttissima.

Nel frattempo, i parenti di Francesco Riillo, interpellati telefonicamente dalla Gazzetta, fanno scudo al 39enne, pur esprimendo le loro condoglianze alle famiglie dei giovani deceduti nello schianto: «Siamo molto vicini alle famiglie – dicono i parenti –. Siamo addolorati, ma al tempo stesso non ci permettiamo di dire nulla. Non sappiamo se era da solo, in quel momento, sull’autocarro. O se c’era un dipendente. Noi, poi, sappiamo che la patente ce l’ha: è normale che ce l’abbia, ha una ditta... È normale che chi legge che era senza patente reagisca arrabbiandosi». l