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Anuar e Hicham, guardateci da lassù «Nessun rancore per chi li ha uccisi»

Ambra Prati
Anuar e Hicham, guardateci da lassù «Nessun rancore per chi li ha uccisi»

In trecento per l’ultimo saluto ai due giovani uccisi dal camionista pirata: tanti amici, colleghi, autorità

22 novembre 2023
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Reggio Emilia Trecento persone hanno voluto essere presenti al doppio funerale di Anuar Mastaki, 19 anni, e Hicham Outtas, 21 anni, vittime dell’incidente stradale di venerdì scorso a Caprara di Campegine, dove sono stati travolti e uccisi dal carico perso dal furgone guidato Francesco Riillo, fuggito e poi arrestato. L’intera comunità islamica si è stretta intorno al dolore dei familiari. Alla camera ardente al cimitero di Coviolo, è stata una processione di persone. Tanti avvocati che conoscono la sorella di Anuar, Nora, segretaria del legale Giuseppe Caldarola, lo studio di Mario Di Frenna, lo studio di Angelo Russo. «Abbiamo ricevuto la solidarietà di cancellieri, magistrati, della Procura – ha spiegato l’avvocato Caldarola, che oltre alla famiglia Mastaki tutela l’unico sopravvissuto 21enne –. Nora è conosciuta nell’ambiente legale e molti le hanno dimostrato affetto».

Presenti per porgere le condoglianze anche tanti rappresentanti delle forze dell’ordine: Pietro Catellani della polizia locale, il maresciallo Marco Celentano del Radiomobile di Reggio, un messaggio di cordoglio è arrivato dai carabinieri della Compagnia di Guastalla. Verso mezzogiorno il corteo funebre è arrivato alla moschea di via Gioia. Durante la preghiera, prima di entrare, la madre di Hicham ha accusato un malore: è stata sorretta e fatta accomodare su una sedia.

Tantissimi i giovani e giovanissimi: amici e amiche di Nora, colleghi di lavoro della Kohler Lombardini per Hicham e della Kaercher per Anuar, coetanei e famiglie di Cadè (dove tutti e tre i giovani, amici d’infanzia, sono cresciuti) che hanno abbracciato e cercato di consolare le due famiglie.

L’imam Abdelhakim Buchraa ha svolto una parte dell’omelia in italiano. «Preghiamo per chi ci ha lasciato. Preghiamo per i nostri cari morti e ricordiamoli in ogni momento della nostra vita».

L’imam ha fatto riferimento a un articolo della Gazzetta di Reggio. «Un articolo, dedicato ai commenti lasciati su internet dopo la tragedia, ha sottolineato come nessuno abbia espresso rabbia o rancore: è bellissimo, un grande segno del giusto atteggiamento che deve avere un musulmano. Sappiamo che tutto ciò che accade è volontà di Dio e lo accettiamo. La morte di chi amiamo dev’essere uno specchio per riflettere su noi stessi. È un’epoca in cui siamo molto distratti: la morte sia un’occasione per riflettere. Noi credenti sappiamo che l’esistenza è di passaggio e ognuno sarà accompagnato, nell’aldilà, dalle sue buone opere». Non è mancato un accenno al conflitto a Gaza. «Ricordiamoci di Dio nei giorni di difficoltà, come quelli che stanno passando i nostri fratelli in Palestina».

Presenti i familiari di Ahmed Habbou, 21 anni, il passeggero che si è salvato perché sul sedile posteriore. Nel reparto maxillo facciale di Parma è stato sottoposto a una seconda operazione di ben otto ore. «Ringrazio tutti i presenti per l’affetto – ha detto Nora –. È bello sapere che tante persone hanno voluto bene ad Anuar e vogliono bene a noi». l