Gazzetta di Reggio

Reggio

Scuola2030

«Mai più una Giulia»

Veronica Caliumi*
«Mai più una Giulia»

Nelle classi del liceo Moro sabato 25 le incursioni letterarie per sensibilizzare sul fenomeno della violenza contro le donne

28 novembre 2023
2 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia Una scarpa rossa, un minuto di rumore, un fiore su una panchina, anch’essa rossa. I simboli di questo 25 novembre sono tanti e sanno colpire. Colpiscono una ferita viva: il triplice femminicidio delle sorelle Mirabal, del 25 novembre 1960, che non sembra volersi chiudere.

Così anche una piccola realtà, come quella del liceo Moro, viene investita da questa forza e cerca di compiere un piccolo grande gesto: incursioni letterarie per l’eliminazione della violenza sulle donne. La letteratura viene così usata con lo stesso fine per cui nacque: rendere le persone un po più umane e meno bestiali.

Le incursioni sono iniziate alle 9.45 di sabato 25 novembre e hanno interessato in modo progressivo tutte le classi della scuola; organizzate dai rappresentanti d’istituto, sono state svolte dagli stessi, accompagnati da altri studenti. Sono due i ragazzi, che bussano alla porta e interrompono la lezione.

Uno di loro legge una poesia, che è diventata molto virale in questi giorni: “Se non torno”; questi versi sono stati scritti dall’attivista peruviana Cristina Torre Càceres nel 2011, dopo la morte di Mara Castilla, violentata e poi uccisa da un autista nel 2017. La poesia è presentata agli studenti per la sua affinità con la loro generazione: si pensi che è stata ricondivisa migliaia di volte in questi giorni dagli utenti dei social media, tra cui tanti ragazzi della nostra scuola.

L’altra poesia è “Spazio” di Alda Merini; viene presentata dai lettori come più lontana dall’immaginario comune di violenza che hanno i ragazzi: è tanta la facilità e l’immedesimazione con cui viene letta la prima, scarsa la convinzione con cui viene letta la seconda. A prescindere dai contenuti delle poesie scelte, alla base di questo gesto vi è stato il tentativo, da parte di ragazzi verso altri ragazzi, di suscitare un’emozione tramite l’incursione: una violenta interruzione della quiete scolastica, violenta come la discriminazione che con essa si vuole contrastare.

*Studentessa del liceo Moro