Gazzetta di Reggio

Reggio

Reggio Emilia

Chiede soldi ai rifugiati ucraini per la regolarizzazione, arrestato operatore di un patronato

Chiede soldi ai rifugiati ucraini per la regolarizzazione, arrestato operatore di un patronato

L’uomo è ai domiciliari da questa mattina. E’ accusato di induzione indebita a dare o promettere utilità, un reato contro la Pubblica Amministrazione

30 novembre 2023
2 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia L’operatore di un patronato è stato arrestato questa mattina dalla polizia e ora si trova ai domiciliari. È sospettato di avere chiesto denaro a cittadini ucraini in fuga dal loro paese in guerra che si rivolgevano al patronato presso il quale lavora per informazioni o lo svolgimento di pratiche inerenti la regolarizzazione della loro presenza in Italia. Tutte pratiche che i patronati sono tenuti a erogare gratuitamente.

L’induzione indebita a dare o promettere utilità in questo caso, qualora sia confermato il sospetto, è un reato contro la Pubblica Amministrazione: l’operatore di patronato, infatti, in ragione della funzione pubblica dell’istituto in cui lavora è qualificato come operatore di pubblico servizio, con tutte le conseguenze giuridiche che derivano.

La Questura di Reggio Emilia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina aveva gestisto, nel 2022, un significativo numero di richieste di protezione temporanea avanzate da cittadini ucraini – ben 2.183 –, per lo più donne e bambini, fuggiti dalla propria patria.

Nell’ambito della trattazione delle pratiche, però, i poliziotti dell’ufficio Immigrazione della questura di Reggio Emilia si sono accorti che, in alcune circostanze, i richiedenti avevano versato, apparentemente senza motivo, del denaro a un impiegato di un patronato cittadino.

Le successive meticolose indagini svolte dalla Squadra Mobile reggiana, anche con l’ausilio di supporti tecnologici e attività di acquisizione documentale, hanno permesso di rintracciare altri richiedenti asilo ucraini che si erano rivolti al patronato per ricevere informazioni sull’iter da percorrere per ottenere il rilascio di un titolo di soggiorno e, sempre secondo l’ipotesi investigativa, avevano ricevuto la richiesta illecita di denaro. Essa è stata sempre formulate dallo stesso operatore del patronato senza il rilascio di ricevute né lo svolgimento di qualsivoglia attività successiva.

Da sottolineare che gli isituti di patronato e di assistenza sociale, ai sensi della legge 152 del 30 marzo 2001, sono persone giuridiche di diritto privato che svolgono un servizio di pubblica utilità. Alcune attività, istituzionali, svolte dai patronati sono finanziate dallo Stato e, per questa ragioni, tali attività devono essere prestate a titolo gratuito.

La polizia ha effettuato anche una perquisizione nei locali del patronato. Ha poi scoperto che proprio a seguito di questa circostanza l’operatore sospettato, ragionando con i colleghi, ha tentato di abbozzare la propria difesa ipotizzando di poter motivare i pagamenti, richiesti per prestazioni che avrebbe dovuto erogare gratuitamente, a un tesseramento al patronato.