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«Mai più una Giulia» La Gazzetta di Reggio lancia un Manifesto per combattere la violenza sulle donne FIRMA QUI

Alice Benatti
«Mai più una Giulia» La Gazzetta di Reggio lancia un Manifesto per combattere la violenza sulle donne FIRMA QUI

Dopo le piazze piene, una petizione per promuovere il cambiamento in cinque azioni quotidiane Firma qui

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Reggio Emilia «Mai più una Giulia». Lo abbiamo scritto sui cartelli con cui siamo scesi nelle piazze delle nostre città. E poi urlato. Lo hanno chiesto gli studenti delle università e dei licei, che al minuto di silenzio hanno preferito il “rumore” di flash mob e manifestazioni. Lo abbiamo scritto su Facebook, magari, accanto all’elenco delle vittime di femminicidio del 2023, tra cui lei, Giulia Cecchettin, ancora ultima di quella dolorosa lista. Ma dopo la 22enne veneta, brutalmente uccisa dall’ex fidanzato, altre donne sono morte per mano di uomini “normali”, anzi di più: quelli che avevamo scelto come compagni per la vita.

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ALTRI CASI

Il 20 novembre Rita Talamelli, strangolata dal marito nella loro villetta a Fano, poi Vincenza Angrisano, il 28 novembre, accoltellata dal marito nella loro casa alle porte di Andria sotto gli occhi dei due figli, infine, lo stesso giorno, Meena Kumari, massacrata a colpi di mazza da cricket dal marito a Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma. Sono stati tre i femminicidi dopo quello di Giulia, due dopo le maree “rosse” di uomini, donne e bambini che si sono riversate nei centri storici delle città il 25 novembre, nella giornata simbolo contro la violenza sulle donne, per dire “basta” una volta per tutte. Che conclusione trarre, allora? Bastano gli strumenti che abbiamo a vincere questa battaglia? Cosa fare dopo le piazze piene, gli articoli di giornale, gli spazi televisivi riservati alle attiviste femministe, le testimonianze di sopravvissute?

COSA FARE?

A distanza di una settimana dal 25 novembre, la certezza è una sola: sarà un percorso lungo. Perché diciamocelo: la cultura dello stupro (di cui il femminicidio è solo la sua forma più estrema) non aveva alcuna possibilità di tramontare così in fretta. Per questo i nostri giornali – Gazzetta di Reggio, Gazzetta di Modena e La Nuova Ferrara –, consapevoli della responsabilità quotidiana nella narrazione di questo grave fenomeno sociale, si impegnano a tenere alta l’attenzione tutti i giorni dell’anno. E come prima gesto concreto hanno lanciato su Change.org il Manifesto “Mai più una Giulia” di 5 azioni quotidiane per tutti i nostri lettori (e per tutte le persone con cui si sentiranno di condividerlo), uomini e donne, per eliminare la violenza di genere.


CINQUE AZIONI

A cominciare dallo smetterla con le “battute” sessiste sui luoghi di lavoro e in tutti gli spazi di socialità. Che poi battute non sono (e davanti a una molestia c’è poco da ridere). Chiedere a chi le riceve di farsi una risata, obbligandolo ad accettarla come goliardia? Per favore, basta. Ridere a quelle degli altri? Per quale motivo, se non è divertente. E arriviamo alla seconda azione: diventare intolleranti verso frasi e comportamenti violenti. E poi finiamola con il dubitare delle parole (terza azione) di una donna che denuncia quando non corrisponde alla stereotipo della “vittima perfetta”: non è il suo modo di vestire né la sua condotta sessuale ad essere sotto processo. Quarta: basta chiamare mostri o bestie i violenti deumanizzando i colpevoli, che non abitano certamente le favole. Infine, quinta e ultima, basta tacere. Se venite a conoscenza di un episodio di violenza, segnalatelo senza esitazioni.