Gazzetta di Reggio

Reggio

Il Grande fiume

Per controllare gli argini del Po ora c’è la fibra

Andrea Vaccari

	L'argine sperimentale realizzato per provare il monitoraggio con la fibra
L'argine sperimentale realizzato per provare il monitoraggio con la fibra

Boretto, è il progetto Fibra Dike di Aipo e Scuola universitaria svizzera. Realizzata una sponda sperimentale con l’innovativo monitoraggio

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Boretto Mettere a punto un sistema per monitorare la tenuta delle arginature nel corso degli eventi di piena, grazie all’impiego di un complesso apparato di sensori in fibra ottica installati nel corpo del manufatto e a strumenti di raccolta dei dati in tempo reale.

Questo l’obiettivo del progetto congiunto di ricerca “Fibra Dike”presentato ieri al polo scientifico Aipo di Boretto, nell’ambito di una serie di incontri tra tecnici della stessa Aipo e di Ost, la Scuola universitaria professionale della Svizzera orientale con sede a Rapperswill (lago di Zurigo), oltre a personale dell’Ibu (Istituto-Dipartimento ingegneria civile svizzero). Il progetto, avviato ad ottobre 2022 e finanziato dall'Ufficio federale per l'ambiente Ufam e dall'Ufficio contro i rischi naturali del Canton Vallese, in base all’accordo tra Aipo e Ost riguarda la costruzione di un argine sperimentale, realizzato nei mesi scorsi nel polo borettese e l’installazione al suo interno di un innovativo sistema di monitoraggio.

I partecipanti all’incontro – tra cui anche i tecnici degli enti finanziatori – hanno effettuato un sopralluogo all’argine sperimentale, realizzato all’aperto: un classico argine in terra, che forma un bacino chiuso di forma rettangolare, di 85 metri di lunghezza e 35 di larghezza e 3,50 di altezza, nel quale sono stati inseriti circa 800 metri di fibra ottica, oltre a 27 piezometri tradizionali, 6 tensiometri e 24 sensori dielettrici che misurano l’umidità del terreno. I sensori forniscono importanti indicazioni sulle pressioni che agiscono all’interno dell’argine e quindi sulla sua stabilità.

Tra inizio primavera e fine 2024 si eseguiranno le prove sperimentali, con diversi livelli di riempimento idrico dell’area interna. Dopo aver raccolto e classificato i dati, si potrà stabilire se e come questo tipo di tecnologia possa essere applicata sugli argini che verranno realizzati in futuro, consentendo di monitorarne in tempo reale la vulnerabilità e la stabilità. Oltre a questo sopralluogo si sono svolte tre sessioni di approfondimento tecnico-scientifiche, nelle quali sono intervenuti Alessandro Rosso (Aipo), Carlo Rabaiotti e Alessio Höttges (Ost) e altre visite, tra cui quella al modello fisico in scala della cassa di espansione del torrente Parma, realizzato sempre al polo di Boretto.

«L’Agenzia è costantemente impegnata ad incrementare i livelli di sicurezza idraulica – commenta il direttore vicario di Aipo, Gianluca Zanichelli – ed è imprescindibile avvalersi delle tecnologie più avanzate per fornire risposte sempre più efficaci a tutte le comunità lungo l'asta del Po e dei suoi affluenti, proteggendole dai possibili fenomeni di piena. Lo studio approfondito di queste innovative opportunità è una delle mission quotidiane di Aipo ed è nostra intenzione proseguire in tale direzione, anche grazie agli studi e alle ricerche mirate che realizziamo nel polo scientifico di Boretto, collaborando con università ed enti di ricerca».

«È indispensabile rimanere sempre aggiornati allo stato dell’arte e, come in questo caso, essere promotori dello sviluppo tecnologico del settore» conclude.l