Gazzetta di Reggio

Reggio

Giovani e politica devono rinnamorarsi

Giada Barberis*
Giovani e politica devono rinnamorarsi

Come stimolare i ragazzi a partecipare attivamente alla costruzione di una società migliore?

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Reggio Emilia Come stimolare i ragazzi a partecipare attivamente alla costruzione di una società migliore? Come sensibilizzare le masse indifferenti ad un mondo vario e complicato, nel quale assistiamo a sempre più cambiamenti e abbiamo sempre meno risposte? Secondo le statistiche recenti, la percentuale di giovani che si interessa alla politica è nettamente inferiore a quelle di 60 anni fa, quando, nel ‘68, gli studenti occupavano le università e vari attori sociali reclamavano i loro diritti, nel fervore di una rivoluzione culturale che vedeva tutti coinvolti nel passaggio ad una visione nuova della società: si era chiamati a ripensare al ruolo della donna, alla libertà di opinione, alla moda, portavoce del ritratto sociale. Gli ideali politici erano davvero sentiti da chi scendeva in piazza a protestare. Oggi, invece, che rapporto hanno i ragazzi con la politica? «Non sono particolarmente informato e per adesso non mi interessa» afferma Omar Mainini, studente di 17 anni del liceo Moro. «Non avrei idea di chi votare» dichiara Alessandro Lasagni, suo coetaneo, alunno del Bus Pascal. «Non sono informata adeguatamente sull’attualità, me ne rendo conto, ma in questo momento non ho tempo di cercare notizie con precisione», ha risposto invece Marta Falletti, 17 anni, studentessa del liceo scientifico Moro. «Sto cercando di sviluppare uno spirito critico adeguato e di trovare una mia idea politica» afferma Sofia Savazzi del liceo Canossa. «Le decisioni importanti, come per la diplomazia e per le leggi, sono prese lontano da noi, quindi perché sprecare tempo a cercare di capire? Tanto non abbiamo voce» è il pensiero di Benedetta Soncini, diciassettenne iscritta al Canossa. Queste sono alcune delle risposte date da ragazzi e ragazze che frequentano le scuole superiori di Reggio Emilia: pochi dimostrano di essere informati su avvenimenti di attualità con dati accurati, la maggior parte conosce a grandi linee e per sentito dire l’accaduto e alcuni non hanno idea di cosa succeda nel mondo. Ormai quasi tutti ricevono le notizie e non le cercano: l’atteggiamento passivo nei confronti dell’informazione è maggioritario nella società in tutte le fasce d’età. Le nuove generazioni crescono con grandi punti interrogativi e si ritrovano ad affrontare i problemi e gli attriti che si tramandano dal passato. Il ruolo che svolge la politica nelle vite dei ragazzi è impattante per molti fattori, a partire dalle decisioni riguardo la maturità, fino al “bonus giovani”, eppure è percepita come distante e talvolta estranea ai ragazzi, che dichiarano di sentirsi “pedine” in una realtà rispetto alla quale non sentono di avere un ascendente, almeno per il momento. Scelgono di vivere il presente e concentrarsi sul quotidiano. Tra dubbi e indecisione, cercano di trovare ciò che li appassiona, le materie che preferiscono e di indirizzarsi verso un percorso di studi per dopo le superiori. Il diploma è il ponte verso il mondo degli adulti e verso tutte quelle notizie che i ragazzi vorrebbero ignorare. Alla domanda «Sei pronto a crescere?», le risposte oscillano tra il sì e il no, segno dell’attrazione per la vita che li aspetta, ma anche della paura per le difficoltà: in primis votare, facendosi carico delle proprie idee e dando voce a una nuova generazione che deve essere pronta a conquistare il suo posto nel mondo.

*Studentessa del liceo Moro