In Regione ansia da prestazione per più di sette studenti su dieci
L’ansia scatta di fronte a una situazione che si teme di non riuscire a superare
Reggio Emilia L'anno scorso, per il terzo anno consecutivo, la Regione ha condotto l'indagine “Tra presente e futuro. Essere adolescenti in Emilia-Romagna nel 2022” per conoscere i pensieri, le emozioni, i bisogni e le problematiche degli adolescenti che vivono e studiano sul nostro territorio. Il campione di 15 mila ragazzi e ragazze dagli 11 ai 19 anni delle scuole secondarie di primo e secondo grado di tutta l’Emilia-Romagna ha espresso sentimenti molto negativi rispetto all’ambito scolastico, ritenuto troppo stressante. Al primo posto, infatti, l’ansia riguarda ben il 77% del campione, seguita dalla noia (56%) e dall’insicurezza (49%). Proviamo ad indagare il primo fattore di stress: che cos'è “l'ansia dello studente”? Per definizione, è una condizione di disagio e agitazione intensa che uno studente manifesta nel momento in cui si trova a dover affrontare una situazione a livello scolastico che teme di non riuscire a superare. I ragazzi tendono a vivere la scuola con crescente disagio e si lamentano sempre più spesso delle prove scolastiche continue e pressanti, fonte di grande stress. Sui social, come Instagram e Tik Tok, vengono continuamente pubblicati video dove gli studenti si mostrano polemici, sfiduciati, demotivati e stanchi. Le cause sembrano risiedere in diversi fattori: i brutti voti, il timore del giudizio sociale, la paura di non soddisfare le aspettative dei professori e dei propri familiari. Le conseguenze consistono generalmente in manifestazioni di malessere fisico (mal di testa, mal di stomaco, tremori o vertigini, problemi del sonno e disturbi alimentari), che spesso sfociano in assenze ripetute, calo del rendimento, problemi relazionali e, nei casi più gravi, depressione, disturbi della personalità e dispersione scolastica. Eppure quegli stessi giovani sostengono che esiste una meravigliosa dimensione della scuola: quella delle relazioni. Stabilire nuove amicizie e condividere emozioni e stati d’animo, aiutarsi a vicenda e lavorare in gruppo sono aspetti molto apprezzati dagli studenti e tutto questo rivela che il contatto umano è percepito come molto importante, anzi fondamentale, contro ogni tipo di crisi e stress nella loro delicata fase di crescita e formazione. Cosa fare, quindi, per aiutare gli studenti a vivere con maggiore serenità la vita scolastica? La risposta viene dagli stessi giovani intervistati, che vorrebbero una scuola più attenta alla prevenzione delle prevaricazioni, che si manifestano sotto forma di violenza di genere, bullismo, stalking. Non dimentichiamoci che, secondo l’indagine citata, circa il 25% degli studenti riferisce di aver assistito a situazioni di particolare gravità, come molestie e minacce, e che è addirittura superiore il numero di giovani coinvolti più o meno direttamente in episodi di offese sessiste, razziste e di esclusione dal gruppo in ambiente scolastico. L’ansia dello studente sembra essere alimentata anche da altri fattori, relativi ai temi su cui i ragazzi affermano di desiderare una scuola più coinvolta e attiva nel prevenire la dipendenza dal consumo di sostanze, la salute mentale, l'educazione sessuale e la tutela ambientale. Si aggiungono poi il desiderio di stabilità economica e soddisfazione personale in ambito lavorativo. Tutti elementi, questi, che rivelano non solo il disagio del presente, ma anche la profonda preoccupazione dei giovani per il proprio futuro. Auguriamoci, dunque, che chi ha il potere di cambiare e migliorare le cose oggi legga il giornale.
Alì Aboushehata, Leonardo Bovienzo, Umberto Coviello e Matteo Floris, studenti dell’istituto Secchi