Gazzetta di Reggio

Reggio

La rete? Che potenziale! Ma può fare anche paura

Anita Marani*
La rete? Che potenziale! Ma può fare anche paura

Pericolosa l’associazione fra social e disturbi alimentari

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Spunti di riflessione e cattive influenze, due facce della stessa medaglia che da sempre caratterizzano uno tra i comportamenti più umani possibile: il confronto. Ora che questo è diventato anche, e per alcuni soprattutto, digitale, i suoi aspetti vengono amplificati, sia in modo negativo che positivo. Dal 1989, quando è nato il World Wide Web, il progresso tecnologico ha superato ogni aspettativa fino ad arrivare ad una simbiosi completa con la nostra quotidianità e non è azzardato riferirsi al tempo passato online come parte integrante della nostra vita sociale, luogo di espressione e quindi anche di confronto, dove il dibattito è incoraggiato. Internet non dorme mai, tutti hanno sempre qualcosa da dire, c’è sempre qualcosa di nuovo da vedere. Ed è qui che si cominciano a delimitare le due sfaccettature del fenomeno: da una parte, la gigantesca disponibilità di informazioni, fatti, opinioni e notizie può permettere a chi naviga di relazionarsi con prospettive diverse ed internazionali ed eventualmente evolvere il proprio pensiero; dall’altra, è più che necessario domandarsi se questo evolversi, soprattutto per i più influenzabili, sia sempre in positivo o possa diventare invece un tossico circolo vizioso. Culture, storie ed esperienze di vita diverse dalla propria ed altrettanto ricche sono esplorabili con un solo “click” e grazie a ciò si possono apprendere lezioni che forse, senza internet, non ci sarebbero accessibili. Inoltre anche l’informazione della massa è strettamente legata al consapevole utilizzo di strumenti digitali: il ruolo di internet e dei social è diventato quindi fondamentale nella costruzione di una comunità aggiornata e consapevole. Il mondo digitale è quindi essenziale per un confronto globale ed una circolazione di pensieri ed opinioni che non può non essere produttiva; ma, come da qualche anno si sta denunciando sempre di più, ha anche un ruolo importante per quanto riguarda la relazione con alcune patologie e disagi che, soprattutto le ultime generazioni, stanno affrontando. Oltre ad un debole controllo inibitorio e alla diminuzione delle capacità di concentrazione e di attenzione, come riporta lo psicologo inglese Mark Griffiths, i social media hanno un ruolo caratterizzante anche nello sviluppo di patologie ben più serie, come i DCA, cioè i Disturbi del Comportamento Alimentare.

È necessario specificare, come ha fatto quest’anno la rivista PLOS Global Public Health, che il rapporto tra i social media e lo sviluppo di DCA non è di causalità, bensì di associazione: infatti, un’alimentazione disordinata può aggravarsi a causa dell’utilizzo dei network online, come può invece pre esistere e manifestarsi sui social con incoraggiamenti a prendere parte a comportamenti dannosi. Si svela quindi la parte negativa del confronto online proprio quando gli utenti pubblicano materiale che si può considerare nocivo e che può influenzare gli altri o comunque normalizzare certe condotte fino addirittura a promuoverle ed incidere in modo negativo sulle scelte, ed eventualmente sulla salute, altrui.

L’utilizzo dei social network e di internet risulta quindi una grande opportunità ma anche un’arma a doppio taglio, le cui istruzioni per l’uso al giorno d’oggi sono incerte e lasciate in gran parte in mano al buon senso di chi naviga.l

*Studentessa del liceo Moro