Gazzetta di Reggio

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Turisti in fuga dalla zona stazione: «Siamo scappati per il degrado»

Serena Arbizzi
Turisti in fuga dalla zona stazione: «Siamo scappati per il degrado»

La testimonianza di una donna di Vicenza a Reggio Emilia per il Capodanno

02 gennaio 2024
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Reggio Emilia «Siamo scesi alla stazione ferroviaria di Reggio Emilia, dove avevamo prenotato un hotel per trascorrere l’ultimo dell’anno: siamo scappati. Non appena abbiamo percorso la zona davanti alla stazione, bande di ragazzini hanno iniziato a lanciarci dei petardi e abbiamo capito subito che quello che credevamo un posto tranquillo in cui trascorrere la fine dell’anno vecchio e l’inizio dell’anno nuovo, in realtà, non lo era affatto».

Giulia Tagliaferro abita a Vicenza: aveva scelto di trascorrere il Capodanno a Reggio Emilia, città da cui provengono gli amici del suo compagno con i quali la coppia ha trascorso qualche giorno di vacanza. Ma l’approccio con la zona della stazione ha imposto un cambio di programma. Giulia aveva pianificato di trascorrere qualche giorno in città, ma è stata costretta a cambiare luogo in cui dormire. Poche ora prima si era consumato un tentato omicidio al binario 1 della stazione, già teatro di un omicidio qualche mese fa.

«I feedback e le recensioni erano molto alti, non potevamo certo prevedere di essere circondati dall’insicurezza – aggiunge Giulia –. Quando siamo arrivati a Reggio Emilia la situazione in cui ci siamo imbattuti non ci faceva essere tranquilli. Questo soprattutto alla sera per il ritorno in albergo. Passavamo davanti a balordi. Amici mi hanno riferito dell’accoltellamento avvenuto soltanto poche ore prima sul primo binario. Ci facevano esplodere petardi sotto le gambe, ovunque ci girassimo, notavamo barboni in ogni dove. I balordi, poi, stazionavano anche dentro l’hotel. Insomma, poco dopo abbiamo deciso di trasferirci e ci siamo spostati ad Albinea, che è stata, al contrario, una piacevolissima scoperta».

Anche gli stessi albergatori della zona della stazione, quindi, risentono del degrado che imperversa nel quartiere. Così come gli esercenti delle attività commerciali di piazzale Marconi e delle vie vicine i quali, da tempo, alzano la voce per raccontare in quali condizioni siano costretti ad alzare la saracinesca del negozio. l