Gazzetta di Reggio

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Neve: in arrivo già oggi i primi fiocchi poi giorni di temperature rigide

Manuel Marinelli

	Neve al Cerreto in uno scatto di inizio dicembre
Neve al Cerreto in uno scatto di inizio dicembre

L’Appennino sorride amaro: «Bene, ma il 40% della stagione è andato»

06 gennaio 2024
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Ventasso Come due rette parallele, neve e festività per il secondo anno consecutivo si sono schivate sugli Appennini.

Dicembre fa i capricci, e dopo l’iniziale illusione per il ponte dell’Immacolata, ha riservato temperature più primaverili che invernali. E ora che le feste sono in dirittura d’arrivo ecco il freddo e le perturbazioni. Uno “scherzetto” da milioni e milioni di euro bruciati, visto che i giorni dal Natale al Capodanno possono valere fino al 40% della stagione.

Dal Bolognese al Reggiano temperature record, montagna da bianca a verde in un batter d’occhio e un numero esiguo di piste aperte, grazie esclusivamente alla neve artificiale. Ma in alcuni comprensori si è rimasti fermi al palo, immobili in attesa del momento giusto. Momento che, incrociando le dita, sembra essere davvero arrivato.

Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Da questo fine settimana l’Appennino torna ad essere Appennino, con la Befana che invece di dolcetti o carboni porta in dote quei ribassi sul termometro tanto agognati. A confermarlo è anche il meteorologo dell’Osservatorio Unimore Luca Lombroso.

«Arriverà la neve? Sì, e gradita, ci voleva – esordisce l’esperto – La notizia però non è che arriva la neve, ma che finora non era arrivata o per lo meno arrivava, scarsa, e se ne andava subito. Per gran parte della perturbazione le nevicate saranno solo a quote medio-alte. Prima, abbondante pioggia, essenziale per i fiumi, con neve confinata alle cime più elevate. Poi i fiocchi scenderanno di quota dalla sera dell’Epifania, sui 1200 metri e quindi a 800-1000 metri ma solo a fine perturbazione. Farà anche molto freddo: da mercoledì temperature a Monte Cimone anche fino a -15°C».

Chi non si è arreso davanti a un dicembre più da infradito che scarponi da sci è certamente Luciano Magnani, presidente del consorzio Cimone. Fin da subito la strategia è stata quella di sfruttare il nuovo impianto di produzione neve, portando la manetta degli sparaneve sul massimo. Lo sforzo degli addetti ai lavori è stato notevole, ma alla fine la sciabilità è stata garantita su un discreto numero di piste, «un segnale di sicurezza ai nostri fedelissimi», come ha voluto rimarcare lo stesso presidente.

«Abbiamo tenuto aperto le piste che siamo riusciti ad innevare, non avremo fatto il record di presenze, ma abbiamo offerto un servizio ai nostri clienti e tenuto a galla il settore per quanto possibile. Rimarco che siamo stati tra i pochi ad aprire in tutto l’Appennino. Nelle prossime 24 ore una forte perturbazione investirà il Cimone, portando 20-30 cm di neve. Tutta la settimana sarà all’insegna di temperature sotto lo 0, così, potremo finalmente aprire tutte le piste e il collegamento con Le Polle» conclude Magnani.

A Cerreto Laghi è un copia incolla dello scorso anno, quando si è aperto a gennaio inoltrato. Tutto fermo, tutto tace e si spera solo la neve arrivi il prima possibile. «Abbiamo aperto il campo scuola ma è stata una breve illusione – è il monito di Marco Giannarelli, direttore piste di Cerreto Laghi – La stagione deve ancora cominciare da noi. Le iniziative di contorno non sono mancate, ma è chiaro che se mancano gli sciatori il numero di presenze crolla fino al 90%. È facile parlare di turismo alternativo, ma in questo periodo trovare qualcosa di attrattivo oltre lo sci è impossibile. Sulle Dolomiti fanno tante attività, ma la stragrande maggioranza va a sciare. Speriamo di fare come l’anno scorso, quando da fine gennaio in poi ci fu il boom. Ma il 40% della stagione è già polverizzato».

Anche a Ventasso la situazione per le feste è stata drammatica e ora lo sguardo è rivolto verso il cielo in attesa di una copiosa nevicata in grado di risollevare la stagione, o meglio di farla partire sul serio. «Per il secondo anno consecutivo siamo stati fermi nel periodo più importante – racconta il responsabile Claudio Malpeli – Ma ora siamo prontissimi per partire se dovesse arrivare la neve come previsto. Siamo ottimisti, altrimenti non faremmo questo lavoro. È chiaro che per chi lavora specialmente con le famiglie perdere le vacanze è una bella mazzata, ora ricominciano la scuola e i mille impegni. Proviamo a salvare il salvabile e a sfruttare al massimo le altre stagioni».  

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