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Aterballetto danza in Fonderia con “Golden Days” di Johan Inger

Giulia Bassi
Aterballetto danza in Fonderia con “Golden Days” di Johan Inger

Questa sera (ore 20.30) in scena le due coreografie Rain Dogs e Bliss

10 gennaio 2024
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Reggio Emilia Due tra le più belle coreografie interpretate da Aterballetto in questi ultimi anni, Rain Dogs e Bliss a firma del coreografo svedese Johan Inger, vengono riproposte questa sera alle 20.30 dalla Compagnia proprio nella sede della Fonderia. Dallo stesso autore sono state unite con il titolo “Golden Days” e a legarle come un unicum è il breve assolo Birdland.

Ideate ad anni di distanza l’una dall’altra rappresentano appunto due creazioni distinte, che mettono in scena temi ricorrenti del lavoro di Inger come la perdita, il cambiamento e le loro conseguenze. Quando la ricerca di un senso perde ogni punto di riferimento - vuole dire attraverso in Rain Dogs - l’incertezza e il disorientamento sembrano rendere impossibile il ritorno a casa, a ciò era e che non è più. Questo è il momento in cui la solitudine e lo smarrimento si manifestano attraverso le più diverse sfumature; con ironia e drammaticità, con leggerezza o disperazione. Il tentativo di ritrovare la via in una sorta di “scivolosa crisi d’identità” diviene condizione esistenziale.

«Ho pensato – afferma il coreografo Johan Inger – che se fossi riuscito a catturare anche solo un po’ di tutto questo allora, forse, sarei riuscito a fare ciò che volevo». Punto di partenza di Bliss, definito un inno alla gioia di danzare, è raccontare come ci relazioniamo con la musica del Köln Concert di Keith Jarrett. Nel modo in cui i danzatori incontrano questa musica, attuano una sfida sia compositiva che emotiva. «Quindi eccoci qui, tutti quanti, non importa quale sia la nostra esperienza – spiega Inger – siamo “principianti” l’uno nei confronti dell’altro e nei confronti della musica che darà voce a questo nuovo incontro». Se l’assolo Birdland rappresenta il fil rouge tra le coreografie il concept alla base della serata, l’elemento che funge da collante, è la colonna sonora: non solo Jarrett ma anche Tom Waits e Patti Smith. Con la loro musica e la loro arte, questi artisti hanno influenzato e contribuito al cambiamento di un’intera generazione.