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«L’abbraccio tra nonni e nipoti è stata un’emozione immensa»

Mauro Grasselli
«L’abbraccio tra nonni e nipoti è stata un’emozione immensa»

Il medico Nezar Elkhaldi, la moglie e i tre figli ieri all’aeroporto di Bergamo: «Emozionati anche i ragazzi: non avevano mai potuto abbracciare i miei genitori»

11 gennaio 2024
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Quattro Castella Dottor Elkhaldi, da uno a cento quanta è stata grande l’emozione?

«Un milione, direi», esclama con un sorriso il medico Nezar Elkhaldi, cittadino italiano di origine palestinese arrivato in Italia oltre 30 anni fa per studiare.

Da oltre 20 anni lavora a Reggio Emilia come medico-chirurgo e medico pediatrico vaccinatore. È anche coordinatore distrettuale (Ausl di Reggio) e provinciale della Continuità assistenziale, l’ex guardia medica.

L’emozione cui fa riferimento è quella provata ieri all’aeroporto di Bergamo dal medico, da sua moglie e dai loro tre figli nell’accogliere i genitori di lui, provenienti dalla Striscia di Gaza, in questi mesi martoriata dai bombardamenti. Nella zona di guerra – in un campo profughi di Khan Younes, nel Sud di Gaza – sono rimasti 3 fratelli e 2 sorelle di Nizar con 6 figli e 17 nipoti. Le case di 3 fratelli sono state distrutte, mentre quelle di altri 2 e dei genitori sono inagibili.

A causa della situazione drammatica, il medico ha lanciato un appello «per salvare le vite innocenti dei nostri famigliari. Abbiamo bisogno di tutti voi per aiutarli a uscire dai territori della Striscia di Gaza». E a questo proposito è stata attivata una raccolta fondi.

In attesa di sviluppi, quella di ieri per la famiglia residente a Quattro Castella è stata una «giornata storica», perché i nonni dei 3 figli di Nezar e della moglie Sara Ubaldini hanno potuto abbracciare i nipoti che non avevano mai visto, se non nelle immagini dei telefonini.

«È stato molto emozionante e anche molto particolare, l’incontro – spiega il medico –. I miei genitori, che sono anziani e si erano alzati alle 5 di mattina per partire, sono arrivati all’aeroporto di Bergamo dopo un viaggio molto faticoso, cui si sono aggiunte due ore e mezza per le procedure di controllo dei passeggeri dell’aereo proveniente dal Cairo. Siamo arrivati a casa da poco, e ora i miei genitori dormono. Comunque sono stati trattati benissimo durante il viaggio, e anche all’ospedale italiano al Cairo».

Qual è stata la reazione dei vostri tre bambini all’incontro con i nonni?

«Anche per loro è stato estremamente emozionante, dal momento che non avevano mai potuto abbracciare i loro nonni lontani. Uno dei tre mi ha detto che i nonni sono molto simpatici. Per loro è una novità tanto importante quanto felice. Avendo tanti nipoti, sono certo che i miei genitori sapranno come conquistarli, anche se per ora i miei figli conoscono sono qualche parola della loro lingua. Coi gesti e gli sguardi, sono già in sintonia».

Ci sono novità per i suoi fratelli rimasti nella Striscia di Gaza?

«No. Erano molto preoccupati per i nostri genitori. Li abbiamo sentiti per rassicurarli sul loro arrivo. Mia mamma si è messa a piangere perché ha dovuto lasciare là i miei fratelli e sorelle con le famiglie. Vista la situazione, teme che possa accadere qualcosa. Cercherò di tranquillizzare i miei genitori: li abbiamo portati in Italia, ma non abbiamo dimenticato il resto della mia famiglia».

Ha avuto altri contatti, in queste ore?

Grazie all’articolo sulla Gazzetta, mi hanno chiamato diverse persone che in precedenza non si erano premurate per la situazione della mia famiglia. Per il resto, spero sempre che arrivino novità positive per far arrivare in Italia anche il resto della mia famiglia, perché l’obiettivo resta quello di metterla in salvo, se possibile, appena possibile».

I tempi potrebbero essere lunghi, considerando anche la situazione nella Striscia di Gaza.

«Sì, per i ricongiungimenti famigliari servono dai 3 ai 7 mesi, ma se decidessero di sbloccare la situazione, com’è avvenuto in poche ore per i miei genitori...». l