Gazzetta di Reggio

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Tentato omicidio fuori dalla disco: «Danno stimato in 100mila euro»

Ambra Prati
Tentato omicidio fuori dalla disco: «Danno stimato in 100mila euro»

Castellarano Scontro tra i periti, arrivati a conclusioni opposte

11 gennaio 2024
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Castellarano «Il perito del tribunale ha quantificato il danno al mio assistito, considerato dai medici un miracolato, in un ventaglio che va dagli 80mila ai 100mila euro». Evidenzia questo aspetto l’avvocato di parte civile Marco Pellegrini, al termine dell’udienza per tentato omicidio.

Parliamo dell’aggressione subita dal 19enne modenese Giuseppe Checchia, avvenuta all’esterno della discoteca Rockville di Castellarano. Nella notte tra l’8 e il 9 ottobre 2022 Kevin Coppolecchia, 19 anni, e Daniele Eugenio Vernucci, 22 anni, colpirono con un pugno e poi con una sassata alla tempia il 19enne Checchia, che rimase in coma per quasi un mese all’ospedale di Baggiovara (Modena), rischiando la vita. In seguito alle indagini svolte dai carabinieri, Coppolecchia e Vernucci sono stati accusati di tentato omicidio. Da tempo i due imputati si trovano ai domiciliari.

Nell’udienza precedente il collegio giudicante presieduto da Cristina Beretti (a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini) aveva dato il via libera al rito abbreviato richiesto dalla difesa, a condizione di risentire il perito del tribunale Lorenzo Marinelli dell’Università di Ferrara. La combattuta seduta è stata caratterizzata da uno scontro tra Marinelli e il professor Cristiano Barbieri dell’Università di Pavia, incaricato dalla difesa degli imputati gli avvocati Roberto Ghini, Roberta Pasquesi e Valentina Schenetti.

Ovviamente i due periti – il cui confronto è durato oltre un’ora e mezza – sono giunti a conclusioni opposte. Il perito del tribunale ha riconosciuto il nesso causale tra i colpi inferti e le condizioni del ferito, escludendo ogni altra ipotesi; ha parlato di come il giovanissimo abbia rischiato grosso, a causa di quel sasso proprio vicino alla tempia, una parte anatomica molto delicata; e della forza impressa dagli aggressori, una forza adeguata a togliere la vita.

Al contrario, il perito della difesa ha instillato dubbi sul nesso di causalità sottolineando che, per quanto riguarda le conseguenze mediche del ferito, occorre considerare un ulteriore fattore: la caduta a terra del 19enne a seguito del pugno, che potrebbe rappresentare un fattore terzo e imprevedibile rispetto alla volontà degli imputati.

Tuttavia, alla domanda dell’avvocato Pellegrini, che tutela Checchia, a cosa sia stata dovuta la caduta, il professore ha risposto: il pugno.

«A nostro avviso la valutazione del dottor Marinelli è completamente condivisibile, significativa, coerente e direi granitica, soprattutto quando l’esperto ha parlato dell’accettazione da parte degli imputati del rischio di uccidere – ha commentato Pellegrini –. Il consulente ha stabilito che il mio assistito ha riportato un’invalidità permanente del 17% che, sommata al danno biologico, alla lunga convalescenza in ospedale e alle spese mediche e legali, è quantificabile in 100mila euro». Somma che i due imputati, poco più che maggiorenni, non possiedono, ma che evidentemente la parte civile mira ad ottenere.

«Checchia sta meglio: conduce una vita quasi normale, a parte forti mal di testa che talvolta lo bloccano».

Il processo è stato rinviato a marzo, quando dovrebbe arrivare la sentenza. l