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Bibbiano, il sindaco Carletti fuori dal processo avvicina la candidatura di Tarquini

Jacopo Della Porta
Bibbiano, il sindaco Carletti fuori dal processo avvicina la candidatura di Tarquini

L’abuso d’ufficio verso l’abrogazione, cade ultimo ostacolo per l’avvocato che potrebbe aspirare a diventare sindaco di Reggio Emilia

12 gennaio 2024
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Reggio Emilia Il reato di abuso d’ufficio va verso l’abrogazione e questo avrà un impatto sulla posizione processuale del sindaco di Bibbiano Andrea Carletti. Ma il destino giudiziario del primo cittadino potrebbe avere anche altri risvolti. Come noto, il suo avvocato, Giovanni Tarquini è in procinto di candidarsi a sindaco a Reggio Emilia con una lista civica appoggiata anche dal centrodestra.

Fino ad ora, si era detto che il suo ruolo di difensore del sindaco Carletti, contro il quale alcuni esponenti della destra e dei 5 Stelle hanno imbastito un processo di piazza (“parlateci di Bibbiano”), sarebbe stato un ostacolo oggettivo. Ostacolo che dopo il primo via libera all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio in commissione Giustizia al Senato è destinato a dissolversi, visto che l’imputato pare destinato ad uscire dal processo.

«Questo è un dato oggettivo – commenta l’avvocato Tarquini – anche se l’aspetto soggettivo è che dal mio punto di vista questa abrogazione non cambierebbe nulla, dato che per me la difesa del sindaco Carletti non rappresenta alcun ostacolo».

Il legale ci tiene anche a fare una precisazione ulteriore. «Chi pensa che questo mio ruolo di difensore rappresenti un ostacolo non deve aderire a una mia eventuale candidatura, perché vuol dire che non è a me affine».

Parole nette, che hanno una valenza professionale e politica.

Professionale perché Tarquini è un avvocato che si è espresso pubblicamente sull’opportunità di abolire il reato d’abuso d’ufficio nella sua veste di componente dell’Organismo Congressuale Forense.

«La materia dei reati contro la pubblica amministrazione è caratterizzata da un elevato deficit di precisione che impone un intervento di rivisitazione globale e non solo sul singolo reato» aveva scritto in una nota l’Organismo congressuale forense a maggio.

La valenza è però anche politica, perché con questa dichiarazione il legale mette le cose in chiaro.

Si mette a disposizione di un progetto politico – come ha ribadito più volte – ma ovviamente non intende mandare al macero le sue convinzioni su tematiche così delicate, come quelle che attengono il garantismo e i principi deontologici della sua professione.

Insomma, se fino ad ora si è parlato di un Tarquini che deve ricevere il via libera da vari livelli dei partiti, in questa dichiarazione si intravede un venire allo scoperto del probabile futuro candidato, che fa capire che non è disponibile ad ogni genere di battaglia o avventura. Non sono solo gli altri che devono trovarlo di loro gradimento, ma anche viceversa.

Fino ad ora Tarquini ha sempre parlato di un progetto dalla chiara connotazione civica, anche se non è un mistero che la coalizione che è pronta ad appoggiarlo è quella di centrodestra, più altri gruppi della società civile che si stanno facendo avanti. Manca solo l’ufficialità, ma ormai sembra mancare davvero poco all’ufficializzazione della candidatura. l