Gazzetta di Reggio

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Il tragico destino che lega i due senzatetto ammazzati

Ambra Prati
Il tragico destino che lega i due senzatetto ammazzati

L’omicidio di Amrik Singh, strozzato a 41 anni, s’intreccia con quello di Sukhninder Singh. Il pm Giulia Galfano dispone l’autopsia sull’indiano ucciso per una coperta sul binario 1

13 gennaio 2024
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Reggio Emilia Il senzatetto morto dopo dodici giorni di agonia, strangolato da un altro senzatetto sulla banchina del binario 1 della stazione storica, era stato testimone dell’aggressione con un pugno fatale inferto a un altro indiano deceduto, Singh Sukhninder.

Emerge un intreccio tra i due senzatetto vittime della violenza in zona stazione dove negli ultimi otto mesi – se si considera il delitto del 30 maggio scorso di Mohamed Ali Thabet, il 18enne che era arrivato a Reggio come minore non accompagnato accoltellato e ucciso sulla banchina del binario 1 – sono state uccise tre persone.

Vittime che vivevano un’esistenza di estrema marginalità: casi umani e sociali che hanno pagato con la vita la loro vita di strada. Segno di un quartiere che dal punto di vista sociale si conferma una polveriera, una bomba a orologeria dove si può perfino morire per una coperta.

Questo infatti, secondo quanto hanno riferito i disperati che dormono in stazione, è il motivo che ha acceso la violenza. Nella notte fra il 29 e il 30 dicembre scorsi Gurwinder Singh, indiano di 26 anni, si è avventato addosso ad Amrik Singh, connazionale indiano di 41 anni, per un nonnulla: pare che gli volesse prendere il posto letto e la coperta.

Si è trattato di sei interminabili minuti di furia cieca, secondo quanto affiora dagli atti. Il 41enne è stato aggredito dal 26enne verso le due sulla banchina del binario uno, all’interno della stazione. Il 26enne ha prima compresso il torace della vittima, ponendosi su di lui in piedi; in un primo momento avrebbe cercato di soffocarlo con i piedi. In un secondo tempo ha stretto le mani al collo di Amrik, sdraiandosi parzialmente su di lui e continuando a cercare di strangolarlo a lungo; si consideri che bastano tre minuti di asfissia per provocare perdita di coscienza, danni cerebrali irreversibili, coma e infine il decesso del paziente. La spirale di brutalità è stata interrotta dall’arrivo di una guardia giurata che ha richiesto l’intervento del 118. Solo grazie alle manovre effettuate dal personale sanitario il 41enne, in arresto cardiorespiratorio, è stato salvato; ma le sue condizioni sono state subito giudicate disperate. Ricoverato con prognosi riservata al Santa Maria Nuova con pesanti lesioni il povero Amrik non ce l’ha fatta: è spirato dopo dodici giorni di agonia.

Ieri il pm Giulia Galfano ha disposto l’autopsia sul 41enne. Un esame finalizzato a escludere altre patologie – frequenti in chi vive per strada – e ad accertare con certezza la causa del decesso in vista del processo per omicidio. Di tale accusa deve rispondere Gurwinder Singh, che dopo aver fatto scena muta durante l’udienza di convalida, su consiglio del suo avvocato Annalisa Bassi, si trova ora nel carcere di via Settembrini, rinchiuso in una cella.

Secondo le indagini, la vittima Amrik era presente all’altro diverbio tra senzatetto rivelatosi fatale a Sukhninder Singh, indiano di 44 anni, avvenuto in pieno giorno il 22 ottobre scorso in viale IV Novembre. Alle 15.20 i residenti sentendo delle urla in strada hanno allertato il 112. Al loro arrivo i carabinieri della Sezione Radiomobile hanno trovato un uomo esanime a terra con una vistosa ferita alla testa.

Trasportato all’ospedale Santa Maria Nuova, il ferito è rimasto ricoverato con prognosi riservata, per poi morire dopo ventidue giorni di agonia per un pugno ricevuto da un 49enne italiano.

L’assassino – che ora si trova in una comunità – ha ammesso di aver avuto un diverbio con tre stranieri che non conosceva e di aver colpito l’indiano, non immaginando che l’altro sarebbe caduto all’indietro sbattendo la testa. Si procede d’ufficio per il reato di omicidio preterintenzionale.

Non solo. Nel pomeriggio antecedente lo strangolamento, verso le 15, la polizia era intervenuta in stazione per un altro diverbio – con un coltello poi sequestrato – tra senzatetto di nazionalità indiana. Non è dato sapere, ancora, se l’aggressione notturna sia collegata all’antefatto del pomeriggio. Di certo è la riprova di come la quantità di senzatetto nel quartiere più degradato della città ponga seri problemi di ordine pubblico, oltre che di incolumità, per chi dorme all’addiaccio e per residenti, passanti e viaggiatori.