Gazzetta di Reggio

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La rubrica “Una stella per amica”

Martina Arduini e il passato da ginnasta «Non dimenticherò quell’adrenalina»

*Arianna Secchi
Martina Arduini e il passato da ginnasta «Non dimenticherò quell’adrenalina»

16 gennaio 2024
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Reggio Emilia «Le cose belle richiedono tempo, come mi ripeteva prima di ogni gara la mia mamma» esordisce Martina Arduini, ex ginnasta di 17 anni e studentessa del liceo Spallanzani a Reggio Emilia. Per più di 11 anni ha praticato ginnastica ritmica, iniziando all’età di 5, quando ancora non sembrava promettente. Proseguendo la sua carriera sportiva, la passione, unita alle doti tecniche, alla scioltezza e alla determinazione, hanno reso l’atleta sempre più competitiva. Nel 2019-2020 vince il primo posto a titolo regionale e interregionale nella specialità palla, qualificandosi ai nazionali.

«La palla è sempre stato il mio attrezzo preferito, in quanto sulle note della musica crea armonia ed eleganza» afferma la giovane.

Molti sono stati i sacrifici suoi e della sua famiglia: per un periodo della sua carriera si allenava 5 volte a settimana per più di 4 ore al giorno in inverno e 8 d’estate. Insieme alle sue compagne di squadra ha inoltre partecipato alla gara di serie C e proprio con questa competizione ha terminato il suo percorso sportivo all’età di 15 anni.

Purtroppo l’ambiente e la pressione sia fisica che psicologica hanno influito sulla triste decisione di lasciare la palestra, oltre alla limitata possibilità di vita sociale.

«Nonostante gli ultimi anni non siano stati semplici, ricordo ancora l’ansia prima di entrare in pedana, l’adrenalina durante quel minuto e mezzo, mia mamma che mi seguiva ovunque, i filmini di mio papà, i tifi dei miei nonni – racconta la 17enne – ma anche gli stage con campionesse italiane e mondiali come Alexandra Agiurgiuculese e Milena Baldassarri, l’emozione per la scelta dei body, degli attrezzi e delle musiche». E con il sorriso stampato sul volto conclude così: «Non posso dimenticare quanto ci rimanessi male quando sbagliavo e soprattutto quanto mi è stato difficile rinunciare a questo sport, che tutt’ora mi manca». 

*Studentessa del liceo Spallanzani